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Mal di pietre
 
Mal di pietre 2017-05-05 20:13:49 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    05 Mag, 2017
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Calcoli renali o mal d'amore?...



Questa è la storia di una donna, di cui non sapremo mai il nome, raccontata da sua nipote.
È la storia della Sardegna ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
È la storia di come la sensibilità, l'immaginazione, l'arte e la poesia...possano essere stati motivo di vergogna in un tempo e in una terra dove non c'era spazio per i sogni, e chiamata "pazzia".
È la storia di come si possa vivere un'intera vita accanto ad un uomo che non hai mai amato e che non ti ha amato, ma non per questo aver rinunciato all'amore, anche se solo nella propria testa.
L'amore...quella "cosa principale che rende tutto bello"...che permette di mettere al mondo i figli, che fa sopportare tutto, anche il "mal di pietre".
Calcoli renali o mal d'amore?...
Attraverso un quaderno nero dai bordi rossi siamo riusciti ad entrare nella vita segreta di una donna, una moglie, una madre, una nonna...
Una donna odiata dalla sua stessa madre perché "abitava il paese della luna"...perché scriveva lettere infuocate ai pretendenti, perché disegnava greche sul muro, si tagliava i capelli a zero, si buttava nel pozzo, si feriva le braccia.
Perché faceva scappare l'amore...
Ma "lei non era matta, era una creatura fatta in un momento in cui Dio semplicemente non aveva voglia delle solite donne in serie e gli era venuta la vena poetica e l'aveva creata".
E se la vita le ha riservato un uomo che l'ha chiesta in sposa solo per dovere, per sdebitarsi...allora lei l'amore l'ha cercato e trovato altrove, grazie al Reduce, malato del suo stesso male.
Si sono riconosciuti attraverso le pietre che portavano dentro...lei con i suoi bambini che non volevano nascere, lui con la sua guerra da dimenticare.
Ma il Reduce è stato un attimo...e la sua vita vera era altrove.

"Aveva speso tutte le sue forze per convincersi che quella era la migliore vita possibile, e non quell'altra di cui la nostalgia e il desiderio le toglieva il respiro".

Una donna che in fondo ha pagato per tutti, si è presa tutta la dose di disordine interiore ed ha salvato le persone che amava dal caos, dallo squilibrio...
Perché "in ogni famiglia c'è sempre uno che paga il proprio tributo perché l'equilibrio fra ordine e disordine sia rispettato e il mondo non si fermi".

Il finale è tanto bello quanto inaspettato...e mi ha lasciato un unico pensiero nella testa: non dobbiamo mai rinunciare a sognare, proprio mai...anche a costo di sembrare dei matti.
Perché forse solo rinunciando ai sogni, lo si diventa davvero.

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