Dettagli Recensione
Il senso di una vita
A quasi ottanta anni dalla scomparsa del fisico Majorana ancora si fanno ipotesi sulla sua dipartita mentre l’avanzare del tempo e la sua ormai sicura morte, avrebbe centoundici anni, pongono in un qualche modo la parola fine. Eppure il mistero sussiste e l’anno scorso dopo le rivelazioni rilasciate da un italiano emigrato in Venezuela nel 2008 e il successivo interessamento della trasmissione RAI “Chi l’ha visto?” è apparso per i tipi Chiarelettere il volume “La seconda vita di Majorana” , un’indagine condotta da Giuseppe Borello, Lorenzo Giroffi e Andrea Sceresini. Non ho avuto modo di leggerlo e in realtà non mi sono approcciata neanche al testo di Sciascia, il quale tra l’altro offre un’ipotesi sulla sua fine diversa da quelle più recenti, con l’intento di sciogliere un mistero o avvicinarmi alla sua soluzione, benché per indole sia molto attratta dalle biografie delle persone scomparse rimanendone sempre affascinata.
E appunto in questo bellissimo testo ho soddisfatto il gusto per la biografia, perché questo ci offre Sciascia: una rilettura della vita del grande Majorana alla luce della sua stessa esistenza e non della sua morte. Si scopre allora una persona che viene tratteggiata attraverso il ricordo di chi gli sopravvisse, il fratello Salvatore che lo cerca tramite l’aiuto dei senatori, la madre che lo ritrae in maniera onestissima e toccante in una lettera al Duce allegando l’evidenza di un impossibile intento suicida nel figlio, a detta sua “vittima della scienza”, lo stesso Enrico Fermi che lo ritiene un genio. Numerose sono le testimonianze di cui si avvale Sciascia e scarsi i documenti che sigillano con l’esiguo numero l’impronta data fin da subito alle indagini: un evidente caso di suicidio, reso tangibile dalle stesse lettere lasciate dal fisico. In aggiunta a quanto detto, senza nulla svelare al lettore di questa breve e intensa e particolare esistenza, sia chiaro che il tutto è reso magnifico dall’acume di Sciascia, dal suo rigore intellettuale, dal suo profondo senso di giustizia, dal suo essere siciliano, dal sentimento umano che permette di avvicinare una figura enigmatica restituendogli un’identità umana, vera, viva e vicina nel suo essere eccezionale e nelle sue debolezze. Il ritratto offerto al lettore rimane impresso nella mente e offusca il mistero della scomparsa per restituire il senso di un’esistenza e insieme il ritratto di un’epoca complessa fatta di poteri forti e pericolosi, di menti eccelse e di altre sovraeccitate e malate, di un mondo della scienza onnipotente e senza limiti. Il volume è arricchito dal saggio “Uno strappo nel cielo di carta” di Lea Ritter Santini che amplia i riferimenti bibliografici citati dall’autore a sostegno della sua trattazione: “Vita di Galileo” di B. Brecht, i romanzi pirandelliani sulla frantumazione dell’Io , la citazione di una frase di Camus, l’episodio dell’ Ulisse dantesco e altri ancora. Il saggio aiuta inoltre a capire gli sviluppi vertiginosi della fisica che portarono all’uso sconsiderato della facoltà umana del capire collassata nella forza distruttrice della bomba atomica. Lo consiglio quindi anche a tutti gli appassionati di fisica che sapranno già circostanziare l’esistenza dello scomparso nel contesto scientifico a lui coevo, ponendolo quale anticipatore , premonitore e geniale studioso.
Indicazioni utili
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |