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Divertente e DIssacrante, a tratti capriccioso
Seconda lettura di Ammaniti dopo l'ormai quasi classico "Io non ho Paura", divorato cinque-sei anni fa ormai.
Qui il tono è molto diverso, più maturo e dissacrante. La prima parte decisamente divertente, la seconda e la terza meno incisive e più narrative, con qualche sbavatura nello stile comunque discretamente gradevole, seppure un po' piatto.
La storia è molto originale, e anche dei personaggi non perfettamente caratterizzati riescono a renderla piuttosto avvincente e interessante.
Tuttavia, a colpirmi molto in questo libro è stato un particolare molto umano.
I suoi protagonisti, dallo scrittore Fabrizio Ciba al disperato Saverio detto Mantos, sono uomini incredibilmente capricciosi. Cambiano idea nel giro di poche pagine, con un naturalismo e una naturalezza molto veritieri.
Da macchiette caricaturali, uomini ricchi di difetti e di paure, questa peculiarità più di molte altre contribuisce a rendere il romanzo sufficientemente affascinante per una lettura disimpegnata.
Dunque? Val la pena questo libro di Ammaniti? Certo che sì, se si sa a cosa si va incontro e se si è disposti a perdonargli qualche capitolo sbagliato, un po' di confusione e qualche sgambetto formale.
L'idea è buona, sicuramente.