Dettagli Recensione
Lettere al padre
E’ strana la prosa di questo libro. Sembra una poesia. E’ fatta di associazioni di immagini, di frasi brevi, ritmate. E’ impalpabile. Come una poesia. E la sua lettura non è facile, all’inizio ti affascina, dopo un po’ ti stanca, perché ti sembra di perdere il filo, poi quando ritorni a capire ed a collegare, ti riaccende, per poi sfilacciarsi di nuovo. Ti rimane addosso un senso di vuoto. L’impronta del silenzio. Bellissima la favola del cane Nero, in cui trovi tutta la magia di una bambina. Le sue lettere al padre sono una delle parti che più mi ha colpito, perché in tanti punti emerge prepotente il rapporto bimba-papà. Questo papà che le accarezza l’anima, arrivando al centro piccolo e prezioso di quel suo essere bimba. Sono state per me le parti più emozionanti, che hanno messo decisamente in secondo piano la locanda.