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L'"amante" irrisolta di Sara Rattaro.
Sara Rattaro torna in libreria il 21 marzo con L’amore addosso, una storia particolare, dedicata, essenzialmente, ad un pubblico femminile. Sara Rattaro, genovese, è già autrice di libri quali Un uso qualunque di te, Non volare via, Niente è come te, Splendi più che puoi. In questo caso la protagonista femminile è Giulia, ovvero “l’altra” donna, l’amante. Giulia era con Federico quando lui si è sentito male in spiaggia. L’ha soccorso e ora sono in ospedale. Ma lei non può dire chi è veramente, e finge di essere un’estranea. Per un fortuito caso anche suo marito Emanuele è stato vittima di un incidente d’auto ed è lì. Ma anche lui in quel momento passato era in compagnia di un’altra donna, Silvia. Commedia degli equivoci? No, romanzo sui sentimenti, sulle fragilità e le debolezze umane. Perché l’amore “fa più male di una coltellata e sicuramente lascia la stessa cicatrice.” Il travaglio di Giulia ha radici profonde, risale al suo passato di ragazzina sedicenne, costretta da una madre difficile da definire al punto che nel libro non ha un nome, con un figlio abbandonato in un istituto di suore a Londra, che la traumatizza e la rincorre per sempre. Così è diventata “l’altra”, un ruolo comodo e bellissimo, perché l’altra ha tutto e non ha niente, è la libertà, non può fumare in macchina perché mozziconi parlerebbero di lei, non può andare a far la spesa, ma è la pienezza totale, la donna perfetta, colei che “si godeva ogni attimo e respiro, che fissava il mare e faceva sesso senza inibizioni.” Ma la vita è anche assunzione di responsabilità e “un matrimonio è sacro.”. Già, l’apparenza, ciò che deve essere. Ma quando l’amore ti arriva addosso? “L’amore, quando ti arriva addosso, è il migliore dei tranelli. Improvvisamente le parole non bastano più (…). E’ un problema senza soluzione. L’unica cosa certa è che, se è amore vero, quando cadi nella trappola te lo senti addosso.”
Questo romanzo è sicuramente anche un gioco degli equivoci, ma non solo. E’ un testo dove il tradimento la fa certamente da padrone, ma senza giudizi o remore di sorta. E’ frutto di varie componenti: il caso, il destino, l’insoddisfazione, ma soprattutto della fragilità e della debolezza umana. C’è dentro tutto: cuore, anima, cervello. Vi è una magia sotterranea che trasforma le emozioni in parole; capacità non comune.
Unico neo: il finale. Mi sarebbe piaciuto che l’autrice componesse un ritratto della protagonista, sì fragile ed in balia dei sentimenti, che alla fine, però, dimostrasse più forza e carattere. Si sarebbe formato un caleidoscopio perfetto di caratteristiche umane, con insite una robustezza da elogiare. Purtroppo non è così. Rimane imperfetta ed irrisolta. Pazienza!
Buona lettura.