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Magari domani resto
 
Magari domani resto 2017-03-25 15:29:07 Chiara77
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    25 Marzo, 2017
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Il coraggio degli abitudinari

Lorenzo Marone
“Magari domani resto”

Quando ho visto che era stato pubblicato il nuovo romanzo di Lorenzo Marone ho pensato subito che mi sarebbe molto piaciuto leggerlo. Negli anni scorsi infatti ho molto apprezzato sia “La tentazione di essere felici” che “La tristezza ha il sonno leggero”.
La protagonista stavolta è una donna, Luce, una trentenne napoletana che da piccola ha subito l'abbandono del padre ed ancora ne porta le ferite. Luce è una persona molto forte, è cresciuta nei Quartieri Spagnoli e se la sa cavare in ogni situazione. E' onesta fino in fondo, integerrima. Ha sempre la battuta pronta, sa tenere testa al suo datore di lavoro, un avvocato senza scrupoli, ai camorristi, al suo ex e a tutti i maschi del romanzo che sono affascinati dalla sua “luce”. Non sono riuscita a farmela piacere fino in fondo proprio per queste caratteristiche che mi sono sembrate davvero troppo da “eroina senza macchia e senza paura”. Lei non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, non ha mai paura di niente, non rimane mai senza parole di fronte alle persone e alle situazioni che la feriscono. Beata lei. La tipica donna del sud tutta carattere e furore. E' vero, ha sofferto. Ha vissuto un'infanzia infelice e l'ha da poco abbandonata il fidanzato, ma potrà contare su amici meravigliosi, una famiglia imperfetta ma unita e sul calore straordinario che sanno portare gli animali nelle nostre misere esistenze.
La narrazione è in prima persona e, soprattutto nelle pagine iniziali del romanzo, il narratore stesso si perde nelle continue divagazioni. All'inizio si fatica un pochino a seguire gli avvenimenti raccontati. Luce ha smania di raccontarci tutto di sé, tutto il suo passato, tutti i suoi pensieri scatenati dall'aver visto un colore, un rumore, un particolare. Anche i dialoghi sono pieni di riflessioni sull'esistenza, che a volte li rendono un po' artefatti e poco realistici.
Il romanzo segue esattamente lo schema narrativo dei due precedenti; un protagonista si racconta in un momento della sua vita: i ricordi, il passato, l'aiuto di amici e familiari, le riflessioni sull'esistenza sono setacciati per raggiungere un livello di serenità personale maggiore e continuare ad andare avanti. Sicuramente un bello schema narrativo, ma al terzo libro forse mi aspettavo qualcosa di diverso.
Rispetto agli altri romanzi, sempre ambientati a Napoli, qui la città fa parte integrante della storia, l'ambiente in cui si svolge la vicenda assume una maggiore importanza, anche per il linguaggio usato, impregnato di napoletano. Su questo aspetto non do un giudizio negativo, alcune volte mi ha reso la lettura un pochino meno scorrevole ma personalmente sono favorevole alle sperimentazioni linguistiche, senza le quali non avremmo molti capolavori della letteratura. Quindi ben venga l'uso di linguaggi che risentono di forme dialettali o di italiano regionale.
In conclusione, il romanzo non mi è piaciuto come avevo sperato. Ne consiglio comunque la lettura, soprattutto agli estimatori dello stile Marone e a chi cerca in ogni frase una citazione ed una riflessione profonda sull'esistenza. Per me sono state un po' troppe, ma è solo un parere personale.


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Commenti

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Una critica onesta e sincera, Chiara.
Anch'io ho apprezzato molto i precedenti lavori di Marone e ho qualche aspettativa su questa lettura, che farò a breve. Spero non troppe! :)
Sì, sono stata sincera. Il libro è ben scritto e può piacere di sicuro ma per me c'è stato troppo buonismo e una dose eccessiva di riflessioni e divagazioni pseudo filosofiche! ;)
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