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Un passo verso il buio
"Lo hanno portato in mezzo alla notte, l'ambulanza è arrivata in silenzio, a luci basse, e Spino ha subito pensato: è successo qualcosa di orrendo. Gli pareva di dormire, e invece ha percepito perfettamente il motore dell'ambulanza che imboccava il vicolo con troppa calma, come se non ci fosse più rimedio, e lui ha capito come la morte arrivasse piano e come quella fosse la vera misura della morte, senza fretta e inesorabile". Chi è il ragazzo misterioso che è appena entrato nell'obitorio dove lavora Spino? Che segreti nasconde la sua morte? Spino non riesce a darsi pace, deve indagare, deve scoprire, deve capire. Ma il protagonista è solo in questa sua inchiesta privata, nessuno si interessa a questo caso, a nessuno importa di conoscere l'identità della vittima né le circostanze che hanno portato alla sua uccisione. Neanche le persone che lo hanno conosciuto se ne interessano, nessuna telefonata, nessun appello, tutti si comportano come se non fosse mai esistito. Ma Spino non riesce a far finta di niente, gli anni passati tra cadaveri e celle frigorifere non hanno raffreddato il suo animo, la sua sensibilità. Vuole far luce sul mistero, neanche lui sa bene perché, sa soltanto che lui è vivo mentre l'altro è morto e sa che lasciarlo morire nell'ombra sarebbe come ucciderlo una seconda volta. Allora cerca, chiede, segue i pochi e labili indizi e qualcosa comincia a capire. Forse c'entra il terrorismo, forse è una vendetta, forse un imbroglio. Forse il ragazzo era una vittima sacrificale, forse un testimone scomodo, forse soltanto qualcuno che si è trovato per caso ad uno dei tanti incroci del destino. Ad un certo punto sembra che Spino sia ad un passo dalla verità, invece non può far altro che girarsi, guardare l'acqua e avanzare nel buio. Criptico, disincantato, nebuloso, questo breve romanzo di Antonio Tabucchi coinvolge e affascina il lettore con una trama originale e una prosa fine e delicata. Molto bella l'ambientazione, in una misteriosa città portuale fatta di vicoli stretti e misteriosi, di piccoli locali, di brezza marina e di profumo di salsedine. L'autore usa l'indagine di Spino come pretesto per un'indagine atavica e molto più complessa che è quella che da millenni impegna l'uomo circa i misteri della vita. Entrambe portano inesorabilmente verso il fallimento perché troppo spesso cercare la verità è come cercare di raggiungere il filo dell'orizzonte, quel punto della terra (e della vita) che si sposta mentre noi ci spostiamo e che per questo risulta irraggiungibile.