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I fratelli Kristmas
 
I fratelli Kristmas 2017-03-15 10:19:25 Mian88
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3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    15 Marzo, 2017
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Babbo, il mio nome è Babbo Natale..

«Niklas, te lo dico chiaro e tondo: hai la pressione alle stelle, il cuore alle stalle, la circolazione in rovina, l’artrite al galoppo, la periartrite, l’artrosi, l’alitosi, la spondilite, l’ernia del disco, l’osteoporosi, le vene varicose, l’ulcera, il gomito del tennista, il ginocchio della lavandaia, l’orecchio del mercante, pochi globuli bianchi, pochi globuli rossi, niente piastrine e zero cervello! QUINDI OGGI TU NON ESCI, E’ CHIARO?» p. 16

E’ la notte del 23 dicembre, ed ormai è chiaro ed inequivocabile: le condizioni di salute di Babbo Natale, di cui all’incipit, impediscono categoricamente allo stesso di procedere alla consueta missione di distribuzione dei doni ai bambini di tutto il mondo. Che fare? Quale soluzione adoperare se non quella di coinvolgere e chiedere aiuto a Luciano Kristmas, fratello di Niklas, nonché uguagliatore con cui da oltre cinquant’anni quest’ultimo è in lite? Ma d’altra parte, ne va dello spirito del Natale, ne va di una delle ricorrenze più attese e, purtroppo, più commercializzate, e Santa Claus, vista la sua veste, deve cercare in ogni modo di tutelare questo spirito che è sempre più in decadenza.
I preparativi hanno inizio, gli orologi del tempo sono pronti e la slitta è carica. Allo scattare della mezzanotte tra il 24 e il 25 Dicembre, lo smilzo ed alto Luciano e, il nano picchiatore Efisio, partono alla volta del mondo. Ma, c’è sempre un ma. Luciano, infatti, non è d’accordo con la diseguagliata distribuzione dei pacchetti talché decide di dare ad ogni bambino n. 3 regali; doni questi che sarebbero dovuti servire a ripristinare, almeno per una volta, quell’uguaglianza che in realtà non esiste. Una sorta, dunque, di Babbo Natale, provvisorio, versione comunista. Peccato però che questa idea non sia ben vista dai “piani alti” ed in particolar modo dal cattivo di turno; Mister Flynch, perfido magnate del mondo dei giocattoli nonché dei parchi giochi di tutto il pianeta, pronto a ricorrere ad ogni espediente pur di realizzare i suoi malefici piani espansionistici. Al tutto si sommano Pietro, detto P, dodici anni, e Maddalena, detta Mad, di anni otto; giovani veneziani che trascorreranno la notte più impensabile e fantasiosa della loro vita.
Con “I fratelli Kristmas”, Giacomo Papi, dà vita ad un romanzo piacevole, che seppur partendo dal classico cliché – passatemi il termine – trito e ritrito dell’impossibilità di Babbo Natale di consegnare i regali, riesce, grazie ad uno stile ironico e leggero, a farsi apprezzare. E come il lettore è consapevole di non trovarsi innanzi ad un capolavoro né stilistico né di originalità, chiaramente detta pretesa è assente anche nelle intenzioni dello scrittore, il quale, si prefigge un obiettivo più sottile, di carattere morale, che ha quale destinatario niente meno che quello “spirito natalizio” sempre più distante, sempre più oggetto di consumismo, materialismo, frenesia agli (e degli) acquisti. E’ una critica che, grazie al “tradimento” dello standard di consegna da parte di Luciano, porta il lettore a riflettere su quelle che sono anzidette diseguaglianze e disparità (si pensi alla contessina dai diciassette nomi che avrebbe dovuto ricevere 135 regali rispetto al bambino di anni 3 abbandonato al freddo e al gelo con le crosticine sotto al naso e destinatario di alcun dono se non quella calda coperta di cui Luciano si priva pur di scaldarlo), che risveglia costui dal torpore, poiché per essere felici non occorre quello smartphone di ultima generazione ed appena uscito nelle sale espositive dei negozi (che ormai sono diventate dei veri e propri saloon dove ogni luce e dettaglio è studiato per invogliare il visitatore all’acquisto di quel buon e caro vecchio bisogno indotto, come l’economia politica insegna), basta molto meno, è sufficiente un piccolo pensiero purché questo sia capace di strappare un sorriso, al piccino ed ancora di più al grande (vittima/e inconsapevole/i di questa frenesia/guerra agli acquisti).
Un libro gradevole, senza pretese, adatto a chi cerca un testo leggero con cui trascorrere qualche ora lieta. Infine, degna di nota e perfettamente calzante la copertina: complimenti al disegnatore Gipi che ha creato una “vignetta” che nei suoi colori attrae e racchiude l’essenza del libro.

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