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Il coraggio di perdonare. Diamante o quarzo rosa?
Luna da sempre sente le pietre. Eppure, dal giorno in cui il suo vero amore se ne è andato, qualcosa si è spezzato in lei tanto da indurla ad opporsi a quel richiamo e ad accontentarsi di quel che veniva (da un quarzo rosa, sinonimo di amore gentile, ad una esistenza fatta di sogni lasciati nel cassetto, di speranze abbandonate).
La vita però, si sa, come non sempre ci riserba quello che speriamo, altrettanto spesso decide per noi, fa, disfa, mescola e rimescola. Ed è quello che accade a Leonardo Landi e a Luna Castelli che mai avrebbero creduto possibile che le loro strade tornassero ad incrociarsi. Sullo sfondo di tutto questo vi è Pietro, nonno raro ed inestimabile, nonché uomo dalla grande saggezza e vero ed unico padre per entrambe ragazzi. Loro sono i suoi diamanti e come tali vuol soltanto vederli e saperli felici. E sa bene che il valore di questa pietra è senza eguali così come la sua forza ed indistruttibilità, per questo soltanto una gemma similare può scalfirla, per questo solo una gemma similare può donare energia e vita. Ed è nella sua grande profondità di spirito che l’anziano fa la differenza.
«Il mio augurio è quello che sappiate cercare da soli quelli che sarete, perciò camminate, tesori miei, correte, cadete, rialzatevi, e non abbiate paura di sporcarvi. I tesori più grandi sono ben nascosti, i diamanti affondano nel fango. Quindi si, ci sarà da sporcarsi, ma non dovrete mai smettere di cercare! Cercate, cercate, e se non trovate quello che davvero volete, continuate a cercare ancora. Non arrendetevi, non è solo uno il sentiero che porta alla felicità. Voi seguite una strada che sia solo la vostra, seguite le pietre, loro vi indicheranno la via. E se vi perderete, vi riporteranno a casa» p. 78
La ferita che Luna si porta dentro è grande, è un dolore che non è mai riuscita a combattere e a superare perché chiusa in una campana di vetro da quelle persone che amandola hanno pensato di fare il meglio per lei, di proteggerla allontanandola dal pericolo. In realtà le loro gesta celavano egoismo, temendo gli stessi di poter perdere quel gioiello di ragazza che la protagonista è. Eppure in tutto questo c’è chi la vede davvero e chi le sussurra sempre e inesorabilmente di aprire gli occhi, di riporre i rancori e i dissapori, di prendere il volo e di scappare da quella gabbia in cui è rinchiusa. Non può inoltre sottrarsi alla sua anima gemella, ella è l’unica che può renderla felice. Tutti sbagliamo, ma trovare la forza di perdonare è un atto di coraggio maggiore che farsi rodere dall’orgoglio, che scappare tra le braccia di chi ci fa sentire al sicuro. Perché il quarzo rosa, per quanto gentile e per quanto sempre pronto a proteggerci, non è quel diamante capace di accenderci, di farci sentire vivi.
«E il diamante è davvero come il vero amore, Luna. Come l’amore, quello vero, i diamanti non hanno paura del tempo che passa, delle eruzioni vulcaniche, delle temperature elevatissime e delle enormi passioni. Loro resistono. Loro aspettano. Sempre» p. 286
Chiara Parenti con “La voce nascosta delle pietre” ci regala un romanzo ricco di spunti di riflessione, un elaborato dove nulla è dato per scontato e dove ogni scelta, ogni decisione ci porta al successivo avvenimento, dove la sapienza dell’esperienza ci accarezza.
Con una penna che scalda il cuore, che accompagna, l’opera de qua, arriva, commuove, scompone.
Essa è capace di farsi amare sin dalle prime battute, così come di farsi odiare per la petulanza e la testardaggine dettate dall’immaturità e dall’incapacità di vedere anche l’altro punto di vista. La figura di Nonno Pietro nonché quella di Leonardo, sono, a mio modesto giudizio, le meglio riuscite in quanto tessono e trainano le fila dell’elaborato e permettono alla protagonista di crescere. Questa, infatti, si contraddistingue proprio per la maturità personale che raggiunge talché, lei che era sempre stata preservata da terzi, impara a camminare sulle proprie gambe, impara, semplicemente, a stare con se stessa perché solo quando si è capaci di ciò si può stare anche con gli altri, perché solo quando si è capaci di ciò si può dire di essere davvero forti.
Ma Chiara Parenti ci insegna anche dell’umanità, non solo a non accontentarci del “quarzo rosa”. Nessuno è perfetto, chiunque può commettere delle mancanze o errare, l’importante è trarne insegnamento e sapersi rialzare dopo la caduta.
«La veste da eroe senza macchia gli cadde di dosso e per la prima volta vedo il mio Super Nonno per quello che è davvero. Solo un uomo, con i suoi pregi e i suoi difetti, la purezza del suo cuore e le inclusioni che si nascondo dentro di lui. Proprio come una pietra, mi scopro a pensare. Anche il nonno è un brillante. Come chiunque ha mille sfaccettature, lati tutti diversi che non si finiscono mai di scoprire e che spesso restano sconosciuti perfino a noi stessi. Se ci limitiamo a guardare i cristalli, vediamo solo poche sfumature, ma se li prendiamo in mano, li giriamo tra le dita e li osserviamo attentamente, allora vedremo come tutto ogni singolo lato risplende. Per questo abbiamo bisogno di trovare quell’unica persona che abbia voglia di avvicinarsi, di guardare davvero e con pazienza, e che sappia metterci sotto la giusta luce dove possiamo brillare. E non è forse questo l’amore?» p. 256