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La storia e i miti
Oxford, 1919. La Grande Guerra si era conclusa e l’Inghilterra cercava di riprendere a vivere dopo la tragedia. La maggior parte della gente «voleva dimenticare in fretta e non sapeva cosa farsene del rancore dei reduci». Sì, perché ora frotte di ex combattenti erano tornati alla vita civile segnati dalle ferite al corpo e all’anima. Anche nella più antica università dell’impero britannico. «Avevano abbandonato le uniformi per reindossare i pastrani neri […] e si guardavano in faccia e si riconoscevano», erano uniti dalla «condivisione del segreto di ciò che si era visto, vissuto. E che nessuno a casa, voleva sentirsi raccontare». Tra di loro anche tre giovani destinati a diventare delle promesse della letteratura del novecento: J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis e Robert Graves. Anch’essi smarriti, persi a domandarsi se «alla fine della lunga notte sarebbe sorta una stella del mattino a indicare la via». E all’improvviso quella stella apparve all’orizzonte, trasformando le esistenze dei tre giovani scrittori: Thomas Edward Lawrence, una leggenda vivente, il mitico “Lawrence d’Arabia”. Controverso, misterioso, osannato dai più e guardato con sospetto da molti. Guidati dal caso o dalla curiosità, i tre giovani intrecciano le loro travagliate vicende umane con quella tormentata del colonnello Lawrence; e ciascuno saprà trarne gli stimoli e gli spunti per risollevarsi dopo la caduta e riprendere il cammino. Graves riuscirà a trovare una nuova fonte di ispirazione lontana dalle trincee, Lewis potrà chiudere i conti con il senso di responsabilità di una promessa fatta a un compagno d’arme e abbracciare la carriera di scrittore, e Tolkien avrà modo di sconfiggere i propri fantasmi dedicandosi alla creazione dell’universo mitico da cui scaturirà Il signore degli anelli.
Un romanzo storico, questo di Wu Ming 4 (autore tra l’altro de L’eroe imperfetto, saggio sulla figura dell’eroe nella cultura moderna), in cui i dati biografici si intersecano alla finzione letteraria. Salti temporali ripercorrono i momenti salienti dell’epopea di Lawrence d’Arabia durante la rivolta araba contro l’impero ottomano, indagando la genesi di un mito che ancora oggi evoca immagini esotiche e avventura. Ma senza mai presentarne un ritratto stereotipato: il Lawrence di Stella del mattino è un personaggio dalla grande complessità, un vero eroe tragico, di cui è impossibile afferrare appieno l’essenza: proprio come la stella che preannuncia la fine della notte: «Lucifero, Venere. Le avevano dato molti nomi, senza riuscire a ridurla al potere dell’oscurità né a quella del giorno […] La sua virtù era ciò che possedeva, una luce tenue, un coraggio duraturo».
Un libro di grande respiro, consigliato a tutti gli amanti dei miti, antichi e moderni.