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Adelmo Farandola
Adelmo Farandola è un uomo come tanti ed un uomo come nessuno. Adelmo Farandola è il risultato della solitudine desiderata ed obbligata di chi vive in quei luoghi talvolta dimenticati da Dio che sono le realtà dell’alta montagna. La sua, è una storia come tante, una storia come nessuna.
Adelmo ha scelto di vivere proprio lassù, proprio nelle combe più nascoste ed integrate delle valli alpine, lassù dove nessuno può raggiungerlo e dove la vita che già di per sé è dura, diventa semplicemente impossibile. Di lui tutti sembrano dimenticarsi, perfino sé stesso che nell’ottusità di quei silenzi perde la cognizione del tempo che passa, dei giorni che furono, di quelli che sono, di quelli che saranno. Il tutto in un’unica e contestata compagnia; quella di un cane indesiderato e poi amato, una bestiola che quando c’è è troppo con la sua presenza e quando è assente è troppo per il vuoto che lascia. Dialoghi improbabili eppure fortemente ironici, quelli che con la stessa prendono campo.
Un inverno rigido, le provviste che si consumano troppo rapidamente con due bocche da sfamare. Il disgelo, quel piede. Di chi è? Perché è li? Cosa è accaduto? Che fare? Dare l’annuncio della misteriosa scoperta, oppure aspettare il sopraggiungere della bella stagione per scoprire, se non altro, di chi si tratta? Peccato solo che sia un piede umano e non lo zoccolo di un animale selvatico, altrimenti sai che delizioso e succulento brodino…
Quello di Morandini è un romanzo che sin dalle prime battute trasmuta il lettore in un clima basato sull’essenzialità, un teatro dove ogni dettaglio dà vita ad una favola morale sussurrata con toni ironici, mai banali, mai ridondanti.
Forte dell’influenza del tipico romanzo svizzero “Neve, cane, piede”, è un elaborato caratterizzato da una vicenda non immediata, il cui senso e il cui messaggio sopraggiungono a lettura ultimata con disarmante e prorompente forza, uno scritto in cui uno stile rapido, fluente, captante e magnetico, si alterna ad una riflessione intima e privata.
Al tutto si sommano le ambientazioni, luoghi incontaminati della natura e dei suoi abitanti – dai cani ai corvi – in cui il lettore si immedesima, rivive, ricrea con la mente. A conclusione un breve capitoletto intitolato “storia di questa storia” in cui l’autore ci rivela da chi e da cosa è nato questo anziano montanaro, in cui lo scrittore ci descrive quali realtà nascondono le montagne, quali universi si celano dietro quegli uomini dimenticati dal loro stesso genere di appartenenza.
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