Dettagli Recensione
Ci si salva da soli, se si vuole
Tra i libri più venduti e premiati del 2015. Tradotto in numerosi paesi.
Un film del pluripremiato Gianni Amelio liberamente ispirato al romanzo che uscirà nelle sale cinematografiche italiane ad aprile 2017 e che avrà tra i protagonisti Renato Carpentieri, Micaela Ramazzotti, Giovanna Mezzogiorno oltre al talentuoso Elio Germano.
Dopo tali premesse, non potevo rimandare oltre la lettura del libro del bravo Lorenzo Marone.
Per una volta il successo è meritato, e di questi tempi non è così scontato.
La storia è raccontata in prima persona da Cesare Annunziata. 77 anni, vedovo da cinque e reduce da un infarto ma non per questo riluttante al fumo, al vino e alla preziosa pillola blu che gli consente di avere ancora abituali incontri con la matura ex infermiera, ora prostituta, Rossana.
Un settantasettenne burbero, egoista, schietto, convinto del fatto che ad un anziano sia permesso pensare solo a se stesso. Rifiuta qualsiasi tipo di socializzazione che esuli dalla inevitabile frequentazione dei propri condomini e dei due figli Sveva e Dante che cerca di frequentare e influenzare il meno possibile pur accorgendosi di tutto ciò che li circonda.
Perché Cesare è un uomo acuto, lucido e mai banale nell’ analizzare un passato pieno di rimorsi, possibilità mal sfruttate, paletti mentali e parole non dette. Stando ben attento a non risultare malinconico, perché la malinconia è una cosa da vecchi e lui non ha la minima intenzione di sentirsi vecchio.
Poi nell’ elegante condominio arriva una giovane coppia, e l’ arzillo protagonista si convince del fatto che l’ uomo abbia la brutta abitudine di picchiare la compagna. Lei si chiama Emma, e Cesare per una volta nella vita potrebbe non far finta di non vedere. “ Non mi è bastata una vita per imparare a porgere la mano senza tremare “.
Non è mai troppo tardi per prendersi cura di qualcuno ?
Se lo chiede Cesare e me lo sono chiesto io, infatti se c’ una cosa che lo stile frizzante di Marone è in grado di suscitare è l’ immedesimazione nel protagonista.
Perché in fondo “ La tentazione di essere felici “ è un racconto di formazione originale che non tratta dell’ infanzia né dell’ adolescenza ma della vecchiaia, è l’ evolversi di una consapevolezza di se stesso che non ha mai fine.
È una lunga riflessione sui bilanci di una vita, sull’ essere anziano e ancor prima uomo, marito, padre di famiglia e nonno. E tutti noi possiamo rispecchiarci in almeno una di queste fasi dell’ esistenza.
Un inno al carpe diem favorito da un personaggio straordinario e da un linguaggio ironico e sagace che si erge a maschera e strumento di difesa per affrontare il peso del quotidiano che può essere schiacciante. Cesare ci rende partecipi di una storia divertente, commovente e genuina che fa vibrare corde emotive universali. Una storia che spinge la testa a voltarsi lontano dal libro, perché dietro le numerose sentenze e frasi che mi sono trovato a rileggere più di una volta prima di proseguire ci sono verità scomode che ben conosciamo e che spesso preferiamo ignorare.
Forse persino troppe verità, troppe sentenze, troppi aforismi e insegnamenti vagamente retorici laddove il confine tra saggezza e ovvietà non è sempre di facile demarcazione.
Ma è anche vero che gli argomenti delicati di cui si fa carico il testo sono tanti, tutti trattati con sensibilità, e se c’ è un personaggio a cui non stonano così tante dure verità in bocca quello è proprio Cesare.
Completa il quadro una Napoli borghese, colorata e profumata, lontana dalle periferie degradate e che non viene spesso raccontata.
Forse ci sono troppi ammiccamenti al lettore, forse il finale è un po’ frettoloso, ma resta vivo e impresso il messaggio di una lettura emozionante. Non è mai troppo tardi per capire chi siamo, per godersela e per essere, o almeno tentare di essere, felici. Anche dopo tanti sbagli. Anche dopo 77 anni.
PS : sfido chiunque abbia letto il libro a non aver pensato di compilare una propria lista di “ mi piace “.