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La dimensione borgatara
''Ragazzi di vita'', è un titolo che parla da sé. I protagonisti di questo romanzo( a struttura episodica) sono abituati alla vita, precisamente a quella di strada; quella fase puerile concessa a tutti noi non hanno mai potuto viverla poiché essi devono essere in grado di procacciarsi ciò che è necessario al proprio sostentamento quotidiano autonomamente. Il set è una borgata della provincia romana, territorio molto caro a Pasolini, che ne fece oggetto di un attento e scrupoloso studio antropologico, poiché quest'opera è anche uno studio. Dunque, cosa ha spinto l'autore, esponente della borghesia, ad interessarsi alla vita di questi ragazzi senza speranza? Lo scrittore, pur appartenendo al ceto borghese, lo considera ripugnante e rifugge da esso in ogni modo; lo ritiene spregevole poiché legato alla materialità, i borghesi non amano la vita, essi la possiedono, Contrariamente, egli considera i ragazzi della borgata depositari di una concezione di vita piuttosto virile, intrisa di vitalismo, lontana anni luce dalla mefitica aria dei quartieri borghesi.
''Ragazzi di vita'' è dunque un'opera che si presenta come un magistrale affresco di quella classe sociale(ormai scomparsa) che era il sottoproletariato romano del secondo dopoguerra. Le scorribande notturne e le disavventure di questi ragazzi ci riportano ad una concezione di vita genuina che sta per essere disintegrata dall'avvento del capitalismo, avvento che Pasolini aveva previsto, forse proprio per questo l'autore ha voluto scrivere questo romanzo, per rendere i propri personaggi atemporali e salvarli dall'incombente omologazione di massa.
I ragazzi vivono di un edonismo immediato, compiono furti a tutte le ore del giorno e tentano di svuotare le tasche a chiunque incontrino sulla propria strada. Essi vivono anche di ipersessualità, Il sesso è visto come un vero e proprio rito di iniziazione, la conditio sine qua non per entrare a far parte del branco.
Potremmo definire questi ragazzi sfortunati, nascere in un quartiere degradato o meno è questione di mera fortuna. Ma non possiamo nasconderci dietro la fortuna, essa non può determinare tutta la nostra vita. Certo, a volte la condizione di partenza è determinante, perciò, chi ha la possibilità di vivere un'esistenza agiata e serena ha una responsabilità storica, bisogna vivere e amare la vita anche per chi non ha avuto la possibilità di farlo, forse è questo uno dei molteplici significati che l'opera di Pasolini racchiude.
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