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Alienazione
Poche pagine di un racconto surreale, capace di infondere un profondo senso di straniamento inspirabile ad ampie boccate fin dal principio della lettura: sfuggono gli appigli e i riferimenti spazio-temporali sono labili e diafani.
Una cannonata turca sul campo di battaglia dimezza il Visconte Medardo di Terralba, minandone la comunione interna tra bene e male, compromettendone l’imperturbabile equilibrio, simbolicamente mettendo a nudo l’estrema fragilità umana nella sua perenne e insolubile incompletezza.
Attorno al duplice Medardo, di ritorno al suo castello, sorgono, quasi come riverberi della dicotomia materializzata nella figura del suddetto visconte, tante altre maschere e allegorie ispirate a stridenti contrasti tra realtà antitetiche.
Con il “Visconte dimezzato” porto finalmente a conclusione la “trilogia araldica” di Calvino, personalmente iniziata ormai tanti anni fa con la lettura del “Barone rampante”. La chiudo però con disincanto, perché, ahimè, la cannonata di Medardo non ha fatto breccia nel mio immaginario e non sarei sincero se negassi il fatto che soltanto “Il cavaliere inesistente” a suo tempo mi diede grande soddisfazione.
Tuttavia nutrivo grandi aspettative per questo libro, cronologicamente il primo ad esser stato concepito, in un momento in cui probabilmente l’autore stesso non aveva in progetto di sviluppare una trilogia.
Ho sofferto la semplicità e l’asciuttezza della narrazione, come se la bidimensionalità del visconte avesse contagiato tutto il racconto, restituendomi prospettive troppo sfuggenti.
Forse, come spesso non a torto si dice, l’età, così come le fasi della vita, sono determinanti influenti nel giudizio riguardo un libro, eppure oggi chiudendo questo racconto, sono amareggiato dal non aver tratto le preziose percezioni rivelatrici a cui la penna di Calvino mi aveva abituato in passato.
E se, come per stessa ammissione dell’autore, il libro fu scritto per divertire e riflettere (splendida la presentazione iniziale a questo proposito), non posso dire personalmente che il risultato abbia funzionato con me, specialmente alla luce del fatto che resteranno sempre vive nella mia memoria, come metro di giudizio, le inestimabili pagine di Marcovaldo, per cui sempre sarò riconoscente.
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