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L'inferno di Rosario
Romanzo duro, come l’immagine di copertina, raffigurante un primissimo piano di un bambino che tira da una sigaretta.
Il protagonista è Rosario, ragazzino undicenne che si ritrova a compiere il suo primo omicidio di camorra, per vendicare un suo amico pestato a sangue durante uno scontro con una banda rivale. Il mondo di Rosario è l’hinterland napoletano, prima ancora che balzasse agli onori della cronaca con “Gomorra”, cosmo maledetto e privo di speranza, dove accadono normalmente cose fuori dall’ordinario, dove la vita e la morte sono concetti relativi, che si compiono con istintiva indifferenza.
Il ragazzino diventa uomo molto presto, cancellando una vita umana con la freddezza e la lucidità intuite seguendo l’esempio dei ragazzi più grandi o degli adulti che frequenta nel suo bighellonare tra un bar e una strada, tra un pestaggio e una bravata. Eppure accanto a questa dimensione violenta e degradata, convive la cura premurosa con cui accudisce la nonna anziana e l’attività di volontariato presso un rifugio per i bisognosi, dove sperimenta per la prima volta un innamoramento platonico per Caterina. L’assenza dei genitori, di una qualche forma di istruzione, di punti fermi, lo fanno oscillare tra il bene e il male, con apparente noncuranza.
Si respira tanta umanità, tornano in mente certi affreschi pasoliniani di ragazzi di vita, di borgata, disperati, accattoni, ma pieni di verità e volontà. Anche qui tutto è atto, gesto, violento, brutale, degradato e animalesco; ma in quanto atto, pregno di significato. Il senso del gesto consiste proprio nell’azione fine a se stessa, l’unica manifestazione della volontà di vivere che rimane a dei ragazzi gettati sull’asfalto rovente di una squallida periferia meridionale. E il gesto stabilisce anche una gerarchia, l’arbitrio, una regola: il ragazzino dimostra di avere il pelo sullo stomaco, ottiene rispetto da parte degli altri membri della banda e detta nuove condizioni.
Non è dato sapere quale strada Rosario seguirà, in quanto il romanzo lascia tutto in sospeso, è solo un breve squarcio, tremendo e potente, su una piccola vita gettata all’inferno.