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Strane cose, domani
 
Strane cose, domani 2016-12-15 17:07:50 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    15 Dicembre, 2016
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Onesto nella coscienza

Quarantottenne di bell’ aspetto, brillante, mentitore cronico, circondato da donne di vario genere ma ugualmente seducenti.
È Danio Ascari. Psicologo milanese separato dalla conturbante moglie Eliana, attualmente fidanzato con la giovane Chiara ma sempre attento alle necessità delle pazienti che affollano il suo studio. Tra le quali spicca Cristiana, “ dea bresciana “ dalla sensualità sfrenata.
La vita di Danio scorre relativamente tranquilla tra lavoro, buona musica e qualche brutto sogno di troppo pronto a ricordargli i fantasmi di un passato oscuro.
Fino al giorno in cui trova un diario sulla panchina di un parco. Un diario di una diciottenne che ne ha sparsi altri cinque per la città, come messaggi nelle bottiglie nella speranza che qualcuno si accorga di lei.

Raul Montanari scrive bene, me ne ero già accorto nell’ eccellente “ Il regno degli amici “ e qui ne ho avuto la conferma.
Una sintassi magnetica la cui potenza espressiva è amplificata dalla focalizzazione interna che permette al lettore di entrare nella testa dello stravagante protagonista.

Ho ritrovato numerosi temi propri dei principali e più riusciti romanzi dell’ autore.
Intanto l’ ambientazione, una controversa Milano spettatrice di situazioni e temi attorno ai quali è cresciuto il genere del post-noir : verità nascoste, difficoltosi rapporti familiari, violenza, crudeltà, disorientamento. Il tutto lontano dalle figure di commissari e ispettori tipici del noir.
Sono sufficienti gli uomini comuni, con le loro infinite debolezze, per imbastire una trama che indaga l’ animo umano, il senso della vita, l’ amore.
Torna poi il tema del pericolo di un passato inesorabile che può essere ritardato ma mai eluso, che prima o poi presenta il conto.
È di questo che parla infatti “ Strane cose, domani “, della ricerca della redenzione e di come un uomo, nella fattispecie Danio, si pone di fronte al proprio personalissimo giudizio universale. C’ è una sorta di manifesta inferiorità dell’ essere umano rispetto al destino, alla quotidianità, ai colpi di scena di un’ esistenza che riavvolge il nastro, rievoca situazioni ingenuamente ritenute sepolte come nelle migliori teorie nichiliste dell’ eterno ritorno e del tempo ciclico.

Simbolica nel testo la frequente presenza di due mongolfiere vicine e immobili nel cielo, emblemi forse di un presente costantemente incerto e della facilità con cui la vita può spingerci e talvolta obbligarci a prendere una strada o l’ altra. O forse un invito a vedere le cose da prospettive diverse, perché tutto è più bello se osservato dalla giusta panoramica come nel caso di una mongolfiera.
Ma chi lo sa, in fondo Montanari è un autore mistico. E non lo dico io, l’ ha detto Camilleri. Io aggiungo soltanto, e non credo di sbagliare, che è davvero un bravo scrittore.

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Commenti

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Mane
15 Dicembre, 2016
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Ottima la tua recensione Jacopo,
genera curiosità per il libro e per l'autore,
senza sacrificare la trama sull'altare dello spoiler.
In risposta ad un precedente commento
Vita93
16 Dicembre, 2016
Ultimo aggiornamento:
16 Dicembre, 2016
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Grazie mille Michele, è un autore interessante che ti consiglio di approfondire qualora tu non abbia ancora avuto occasione di leggerne un' opera.
2 risultati - visualizzati 1 - 2

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