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Un mistero in fondo al lago.
Bellano e la gente del lago, o meglio delle due sponde del lago di Como: al centro un personaggio singolare, Ernesto Livera, detto Dubbio, contrabbandiere maldestro la cui barca (si chiama Caterina come la mamma assillante e protettiva del suddetto) urta qualcosa durante una traversata, che il tremebondo Ernesto individua (ma non è certo, essendo sempre per natura dubbioso) come cadavere di donna bionda e bella. Parte da qui una storia con una miriade di personaggi, gente d’osteria, operai del cotonificio, primari ospedalieri in pensione, osti furbi e dal passato inquietante, ladri di opere d’arte, infermiere a riposo, carabinieri sempre all’erta tra i quali spicca la spassosa e fanciullesca figura di uno esperto e pluripremiato come imitatore di canti d’uccelli. Mancano solo prevosti, sacrestani e perpetue, questa volta totalmente (e stranamente ) assenti. Tutta la storia si svolge nell’immediato dopoguerra, i personaggi si rincorrono e intrecciano l’altalenare delle loro vite tra rimpianti di un tempo che fu e vicissitudini (anche drammatiche: va in scena perfino un inatteso suicidio) che rimbalzano tra le rive opposte del lago, presso la cui Amministrazione trova finalmente un lavoro stabile nientemeno che come aiuto-pontilista (ma per quanto?) il dubbioso Ernesto. I capitoli sono numerosi (ben 246 !) e brevi, a volte telegrafici, agganciati sempre l’uno all’altro (sia pure con astuti e sapienti salti temporali) da una frase, una parola, un’esclamazione. Andrea Vitali ormai è un esperto del genere, narratore navigatissimo, profondo conoscitore del linguaggio gergale del posto ove è nato e cresciuto: i suoi personaggi sono figurine vive, attuali, che non di rado, oltre che suscitare immediata empatia, fanno pensare e riflettere sulle vicende della vita e sulla loro caducità. Un vero colpo di scena all’ultimo capitolo: dall’oscurità delle acque del lago riaffiora un mistero che sembrava sepolto per sempre …. La lettura di quest’ultimo romanzo di Andrea Vitali, forse uno dei suoi migliori, è senz’altro consigliabile.