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Novecento
 
Novecento 2016-11-23 20:38:58 Mane
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Stile 
 
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Mane Opinione inserita da Mane    23 Novembre, 2016
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Danzare con l’Oceano…

Questa è la storia leggendaria del pianista migliore al mondo, Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento, figlio illegittimo dell’Oceano, cresciuto, vissuto e scomparso nel ventre del suo transatlantico natio, il maestoso Virginian, senza mai aver calcato per una sola volta la terra ferma.

Novecento è un personaggio unico ed indelebile della narrativa: avvolto dall’aura intangibile del prodigio, racchiude in sé una profonda, struggente malinconia, legata ad una sua certa solitudine, in qualche modo propria del suo stesso straordinario modo di concepire il mondo, difficilmente condivisibile con il resto dei comuni esseri mortali. Lo stesso narratore, virtuoso trombettista della favolosa orchestra delle serate di gala sul transatlantico, per quanto affascinato dalla luminosa figura del pianista, e per quanto vicino possibile ad un rapporto di intima amicizia con questo strabiliante personaggio, non è mai completamente capace di decriptarne gli arcani pensieri.
Perché Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento è sovraumano, fatto non di carne ed ossa ma della materia dei sogni e degli ideali e per questo solitario nella sua dimensione celestiale, incantevole ed inaccessibile.

Novecento è un genio, ma questa è la sua condanna da scontare, lui non può mischiarsi agli altri e non può avere l’empatia di nessuno, lui suona la sua musica divina danzando con l’Oceano, viaggia in lungo e in largo col pensiero, ma non può scendere dal Virginian, perché tutto ciò che sta fuori è altro da lui. Eppure ispira una grande compartecipazione emotiva, perché in fondo ciascuno di noi rivive questa malinconica solitudine ogni qual volta si trova nella condizione di non riuscire ad esprimere le proprie sensazioni, i propri crucci, le proprie speranze.

Il racconto ha uno scorrere che rievoca in chi legge la danza sulle onde del Virginian, magico traghettatore di speranze umane per l’Oceano Atlantico verso la terra promessa dei desideri e dei miraggi. Il registro linguistico va dal volgare e colorito all’aulico e sublime, viaggiando tra i possenti motori del ventre della nave, tra gli afrori e la vitalità della terza classe fino al lusso della prima classe e i sollazzi della fastosa sala da ballo.

Alessandro Baricco è un narratore con pochi eguali, che certamente non si smentisce in questo piccolo capolavoro: ha la dote eccelsa di agganciare l’attenzione del lettore trascinandolo completamente all’interno dei suoi racconti, gioca con la sintassi e il vocabolario senza temere affatto di prendersi ogni tanto alcune licenze, regalando frizzantezza e dinamismo alla scrittura con tecniche ed espedienti che ne caratterizzano decisamente lo stile.

Novecento è uno splendido testo teatrale,

Novecento è un magnifico monologo,

Novecento è un intenso distillato di poesia,

Novecento è una storia eccezionale ed indimenticabile.

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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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Matelda
24 Novembre, 2016
Ultimo aggiornamento:
24 Novembre, 2016
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Rispetto la tua opinione , tra l'altro espressa benissimo,. Mane, ma Baricco non mi ha mai entusiasmato.....
Salve Michele.
La tua recensione è molto bella e questo libro è piaciuto anche a me. Però altri testi di Baricco mi hanno piuttosto deluso: di "Oceano mare" ho apprezzato solo la prima parte e "Seta" mi ha allontanato, almeno temporaneamente, dall'autore.
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Mane
24 Novembre, 2016
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Ti ringrazio molto Matelda, non posso negare che Baricco sia un autore che divide,
riscuotendo spesso giudizi antitetici tra i lettori.
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Mane
24 Novembre, 2016
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Grazie Emilio, sono felice che ti sia piaciuta la mia recensione.
Io ho letto quasi tutti i romanzi di Baricco nonché alcuni saggi, ma riconosco che tra loro esistono profonde differenze, che possono influenzarne significativamente il giudizio.
Ad esempio “City”, che non gode peraltro delle luci della celebrità riservate a “Novecento” o ad “Oceano mare”, è stato per me una lettura folgorante. D’altro canto, non posso dire di esser stato estasiato da “Questa Storia”, ed ho detestato “La Sposa Giovane”.
Baricco resta però uno dei miei autori preferiti per le sue superlative capacità narrative e sono sempre rimasto affascinato dalle sue performance nel presentare libri di altri autori, come faceva un tempo, in una vecchia trasmissione televisiva creata ad hoc.
Se posso quindi permettermi e gradisci il mio suggerimento, per qualcosa che ti riconcili con Baricco personalmente ti indicherei “Castelli di rabbia” o “City” se non li hai già letti.
In risposta ad un precedente commento
Emilio Berra  TO
25 Novembre, 2016
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Grazie, Michele.
5 risultati - visualizzati 1 - 5

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