Dettagli Recensione
La maledizione degli armeni
“Costantinopoli, sera del 24 aprile 1915. La grande retata ha inizio”.
Antonia Arslan decide di raccontare una storia, ma non una storia qualsiasi ma quella della sua famiglia. “Solo da vecchio – a bocce ferme – Yerwant aprirà con la bambina la teca della nostalgia”.
Yerwant è il nonno della nostra autrice; l’Arslan è nata in Italia e pur non avendo vissuto in prima persona “la maledizione degli armeni”, porta dentro di se un grande dolore.
Siamo nel 1915 in Turchia e gli ordini sono chiari:
“Qui si incide un bubbone, hanno spiegato gli ittihadisti, senza rancori personali, per far guarire il corpo ammalato della nazione, per fare pulizia. E a coloro che opereranno bene, molto sarà perdonato, e dato il libero godimento di ciò che possono spremere da questa impura sottorazza di preti e trafficanti”
“Nessuna pietà per donne, vecchi e bambini. Se anche un solo armeno dovesse sopravvivere, poi vorrà vendicarsi”.
“La masseria delle allodole” è il primo libro di una trilogia, seguito poi da “La strada di Smirne” e “Il rumore delle perle di legno”.
Se il libro mi ha colpito per il contenuto, andando, infatti, a toccare un argomento molto forte come il genocidio degli armeni, dall’altro mi ha sconcertato per lo stile. L’autrice non mi ha emozionato pur avendo tutte le carte in regola per farlo. L’Arslan sta, infatti, raccontando la storia della sua famiglia, della sua gente ed è stata anche insegnante di letteratura, ma pur avendo tutti questi elementi a sua disposizione resta sempre in superficie, non arriva e soprattutto mi ha trasmesso poco.
Il suo stile mi è davvero così poco congeniale che per il momento ho deciso di non continuare la lettura degli altri e in particolare mi è rimasta la voglia di approfondire l’argomento e per questo dovrò rivolgermi altrove.
Peccato, di questo libro avevo davvero sentito parlar bene, ma i gusti son gusti e ognuno ha i propri…
Buona lettura!
Commenti
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Leggi LE STANZE DI LAVANDA della Khayat, è splendido.
Fede
Federica
Fede
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