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Il nome della rosa
 
Il nome della rosa 2016-11-08 11:58:14 C.U.B.
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    08 Novembre, 2016
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Lussuria del sapere

" In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio.”

L’umile , incessante salmodiare dei monaci dovrebbe ripetere l’unica verita’ incontestabile, senza dissipare beatitudine in empieta’.
Correva l’anno del Signore 1327 e l’antica abbazia benedettina nascondeva tra le sue mura segreti di sapienti e peccati di mortali, ogni pestilenza necessita di un corpo da infettare e per condurre il peccato serve il peccatore .
Così fu che la delegazione imperiale composta dal francescano Guglielmo da Baskerville ed il novizio Adso da Melk si ritrovo’ , su ordine dell’abate, ad indagare sull’omicidio di frate Adelmo.
Sette giorni lunghissimi, l'otre del tempo e’ satura , e' satollo lo stomaco di chi ha masticato le pagine per cinquecento e piu' volte sfogliando.

Un romanzo storico accattivante e complesso , a tratti colmo di dottrina ecclesiastica, a tratti lento, a tratti ridondante. L’abilita’ di un grande scrittore e l’agilita’ dell’uomo dotto fanno sì che cio’ che normalmente aggravia sia promosso da tara a pregio e caratterizzazione.
Proprio nel linguaggio forbito riscontriamo infatti il realismo che riporta al modus esprimendi dei monaci eruditi di quei tempi. Esattamente il cavilloso filosofeggiare ci concede di insediarci tra le stanze in cui il volere ed il potere ecclesiastico si confrontavano.
Umberto Eco ricostruisce il Medioevo e lo fa in maniera transitiva, trasportando il lettore nell’epoca stessa. Ecco perche’ il contenuto e la forma debbono essere rigorosamente consoni, per marcare il confine tra mero intrattenimento e fedelta' storica.
Si argomenta cosi’ nel lento e piacevole scorrere delle pagine dell’attrito tra potere imperiale e potere papale, del confronto tra i sostenitori della poverta’ francescana e l’opulenta gerarchia ecclesiastica. Il tutto alleggerito da un giallo di non semplice risoluzione, dal fascino misterioso di una inestimabile libreria celata nei meandri di un labirinto, dall’inquietudine inferta alla platea dalla gogna inquisitoria .

Di noi probabilmente restera’ solo il nome. O forse nemmeno. Buona lettura.

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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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Anche a me, CUB, il libro è piaciuto molto e per molti motivi. Successivamente, però, avendo intanto continuato a leggere libri belli e bellissimi, ho riflettuto su come sia piuttosto carente l'approfondimento psicologico ed esistenziale dei personaggi, ciò che ne avrebbe fatto veramente un capolavoro.
...quanti ricordi, avevo quattordici anni quando lo lessi e pochissima esperienza letteraria, tanto da pensare più volte di affrontarne una seconda lettura più matura...
recensione eccelsa complimenti!
SARY
10 Novembre, 2016
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Concordo con Silvia, complimenti.
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
10 Novembre, 2016
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Vero Emilio, sul taglio psicologico si poteva fare di piu', ma anche nel giallo.
Penso che il suo intento fosse dare il massimo nella caratterizzazione storica, a discapito di altro. In quello trovo abbia raggiunto il fine in maniera eccellente.
Grazie ragazze per l'attenzione.
In risposta ad un precedente commento
Matelda
10 Novembre, 2016
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Grazie Emilio ! E' la stessa sensazione che ho avuto io . E soprattutto dopo aver cominciato a rileggere il romanzo , ho capito che è una forte carenza di questo pur notevole testo.
Matelda
27 Dicembre, 2016
Ultimo aggiornamento:
27 Dicembre, 2016
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Ottimissima _ si può dire ?- recensione, ma , riletto a distanza di anni, , il libro mostra varie crepe : un odore di accademia o di dipartimento universitario , veramente forte e una lacuna grave : l'assenza di approfondimento psicologico, come è stato notato.
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