Dettagli Recensione
Un granchio in bianco e nero
“L’ultimo ballo di Charlot” e’ un romanzo su Charlie Chaplin, sentito tributo letterario di Stassi all’attore .
I riferimenti biografici sono parecchi, ma essendo io disinformata sulla realta’ non so certo delineare il netto confine tra verita’ e finzione narrativa. Di certo la sensazione non e’ quella scaturita dalla saggistica o da una buona ricostruzione storica, semmai piuttosto un omaggio sentimentale.
La vicenda si occupa prevalentemente dell’infanzia e della gioventu’ di Chaplin , quella che fu la fase economicamente piu’ misera ma anche rocambolesca della sua vita. Ogni tanto un intermezzo in cui si inscena un incontro tra La vecchia signora e Charlot ormai anziano, che riesce a sfuggire alla morte anno dopo anno incassando una risata dalla sua aguzzina.
Francamente mi ha lasciato in tasca ben poco e deluso generosamente.
La scrittura scorre senza intoppi ma l’incedere mi e’ parso piuttosto piatto. Credo sia un lavoro che debba colpire l’emotivita’ del lettore per raggiungere un buon risultato, altrove non riscontro meriti evidenti. Personalmente mi ha emozionata molto poco, non sono mai incorsa in picchi che superassero una mera sufficienza, e l’ho terminato a fatica. Anche la tecnica utilizzata della lettera confessione di Chaplin al figlio e’ uno strumento lontano dalle mie corde e piuttosto inverosimile.
Per quanto riguarda i capitoletti con la Morte, mi sono sembrati piuttosto scialbi ed insignificanti, il genio di Chaplin e del suo Charlot vantava una potente mimica silenziosa, che non mi dato nulla in quattro righe asciutte.
Forse non l’ho capito, senza ombra di dubbio non e’ arrivato a destinazione e perdonate la miseria di contenuto, mi sovviene ben poco da aggiungere.
Ho preso un granchio, in bianco e nero.
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