Dettagli Recensione
Riflessivo
Domenico Starnone con il suo romanzo “Lacci” presenta quello che purtroppo, oggi succede spesso, ovvero che il marito lasci la moglie per una donna molto più giovane. Tutti i lacci che un tempo tenevano legati la famiglia si allentano sempre di più e quello che doveva essere un “per sempre” viene messo a rischio dalle scelte di un uomo. Ma dall’altra parte c’è una donna che non si arrende e che pur di far tornare il marito è disposta a tutto.
Una cosa è innovativa, gli anni, Starnone ambienta il suo romanzo fra una Napoli degli anni ’70 e una Roma di oggi.
L’autore decide di dare voce ai suoi protagonisti; il libro infatti è composto da tre monologhi, si parte con la moglie “Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie”, si giunge al marito “Queste parole sono state le prime a capitarmi sotto gli occhi, quella notte, e subito mi hanno riportato a quando me ne andai di casa perché mi ero innamorato di un’altra”, e si termina con i figli, in particolare con la figlia “Sono state ore leggere, forse le più lievi mai vissute in questa casa”.
Quello che può mancare in un monologo, viene poi compensato con l’altro rendendo alla fine molto chiaro lo schema.
Le dinamiche ci sono tutte, quello che i nostri protagonisti non hanno valutato sono le conseguenze. Sono giorni che ho finito questo libro e ancora non mi sono data pace, lo spreco di vite, vissute per sentimenti non puri e senza sincerità, ci ricordano che di vita ne abbiamo una sola e che non dobbiamo sprecarla.
Starnone è spietato, diretto e forse l’avrei preferito un po’ più elaborato. Un’opera riflessiva che in parte mi ha ricordato “Il disprezzo” di Moravia, non tanto per la trama ma perché in entrambe le opere, è l’assenza di dialogo che la fa da padrone. Se da una parte “tifi” per la famiglia, dall’altra ti chiedi se la scelta sia proprio quella giusta e che forse i “lacci” a un certo punto, vanno sciolti, perché quando si tirano troppo, poi è difficile farli tornare come prima.
I libri hanno il bellissimo dono di ispirare riflessioni, di farci entrare nella storia, di trarre le nostre conclusioni e di darci molti insegnamenti, “Lacci” non può lasciare indifferenti e anche dopo averlo chiuso vi accompagnerà per un bel po’…
“E non solo sentii per la prima volta nella carne quanto l’avevo scempiata, ma mi resi conto con la stessa insopportabile intensità che mentre io ero stato attento a schivare l’urto di quella sofferenza, i nostri due figli ne erano stati investiti, forse dilaniati. Tuttavia chiedevano dei lacci. Tu ti allacci le scarpe come me? Sei ridicolo, ma mi insegni?”.
Buona lettura!