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In nome della madre
 
In nome della madre 2016-09-27 07:58:41 Meredith
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
5.0
Meredith Opinione inserita da Meredith    27 Settembre, 2016
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UNA LEZIONE DI VITA

Questo libro affronta uno dei più grandi dogmi della fede cattolica: l’Annunciazione. A primo acchito può
sembrare un libro da leggere solo durante il periodo natalizio ed invece, a mio avviso, è un libro
“sempreverde”, nonostante il tema trattato. In secondo luogo può sembrare un libro per soli credenti, ma io
lo consiglio vivamente anche a chi non lo è.
Il fatto che la Vergine Maria abbia concepito il bambin Gesù per opera e virtù dello Spirito Santo può essere
un evento più o meno condivisibile; ciò che però Erri ha eseguito in maniera magistrale è stato un excursus
dell’umile percorso che Giuseppe e Maria hanno affrontato dal concepimento fino alla nascita. Molto spesso
una giovane madre ha il timore di mettere al mondo il proprio figlio, vorrebbe tenerlo custodito sotto una
campana di vetro, perché crede che il mondo lì fuori sia troppo impervio, perché teme che il proprio figlio
possa non sopravvivere alla selezione darwiniana, alla selezione dei più forti. Maria si è distinta per la sua
forza e il suo grande amore e ha compiuto il passo più grande, ma anche quello più doloroso per una madre:
riconoscere che i figli non sono nostri, ma del mondo, lasciarli spiccare il volo, anche se questo comporta che
essi muoiano sulla croce. Il bambin Gesù era un figlio del mondo, destinato a compiere grandi opere, ma in
fondo tutti noi lo siamo. È questo il messaggio che Erri ci lascia: tutti, nessuno escluso, può fare della propria
vita un’opera d’arte.
Maria ha avuto al suo fianco Giuseppe, un uomo come pochi. Ho provato a traslare la figura di Giuseppe
nella vita reale e l’ho immaginato come un uomo che accetta di crescere un figlio che non è biologicamente
suo, bensì di un altro uomo. Credo che questo sia un gesto di grande amore nei confronti di Maria: accogliere
e crescere quel bambino come se fosse suo ed esserne orgoglioso. Non è facile, solo chi è mosso da un
grande e autentico sentimento è in grado di farlo.
Ho amato questo libro, perché non è solo una parabola religiosa, ma è soprattutto una grande lezione di vita.
Proprio per questo lo consiglio anche a chi, come me, non è del tutto credente o non lo è affatto.

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04 Giugno, 2019
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Sulla copertina c'è una delle tre lettere madri alef, mem,shin. c'è la mem ebraica inserita dall'Autore. Questo dovrebbe far riflettere il lettore e fare una ricerca su queste.
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