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La tigre e l'acrobata
 
La tigre e l'acrobata 2016-09-24 13:11:09 Natalizia Dagostino
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Natalizia Dagostino Opinione inserita da Natalizia Dagostino    24 Settembre, 2016
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Libertà e liberazioni

Stimo la triestina Susanna Tamaro e apprezzo le sue scelte di vita in solitudine, nella campagna umbra, appassionata di arti marziali.

Le storie di animali che richiamano le virtù e i vizi degli umani da Esopo a La Fontaine, al mio amato Gianni Rodari, svolgono una funzione pedagogica, invitano con ironia, a riflettere sulla condizione umana.
Il genere esopico che ritrovo nella cultura di ogni paese, conserva uno sguardo sornione, amabile sull’essere umano e mi sento liberata, sgravata dal peso della fallibilità e dal destino obbligato di peccatrice.

Ogni libro, certo, si fa incontrare in un momento particolare della mia evoluzione e ogni lettura è l'eco nella mia professione di psicologa. Continuo a preoccuparmi man mano che mi inoltro nella storia con i personaggi e il loro contesto: Piccola Tigre, Tigrotto, il Padre, la Madre, il Grande Respiro della Foresta nella Taiga, il Demone della Noia, l’ingiustizia del Destino, il Domatore del circo, l’Uomo di Stracci…

La narrazione è agevole, ma evoca inquietanti messaggi copionali e situazioni sempre più ansiogene.
“Siate sempre all’altezza!”; “Una tigre deve essere completamente tigre”; “L’uomo uccide solo per uccidere”; “E’ meglio che la tigre e l’uomo non si incontrino mai”; “se non ci fosse stato l’uomo, il mondo sarebbe stato perfetto… è l’essere umano il principio della disarmonia”

Questi messaggi sono tutti potenti e pericolosi ordini genitoriali che mi lasciano assai perplessa. Nella fatica quotidiana di proporre al prossimo relazioni sane, desidero continuare ad amare l’umanità difficile, fragile, talvolta ammalata, ciuccia e arrogante. Scelgo di non difendermi, semmai di confondermi, di capire e di proporre letture diverse nelle situazioni sgradevoli.

Vale la pena di darmi il permesso di non essere sempre perfetta, di non considerarmi cattiva, semmai dolente e malata. Il permesso di accogliere gli incontri, anche indesiderati, come apprendimento, di godere l’armonia anche come disordine e non come perfezione inchiodata. Ecco, si, condivido la possibilità di andare diventando, un pò tigre, un pò farfalla, un pò serpente, e poi, chissà, mai completata e chiusa.

“Tra la libertà e il potere ho scelto la libertà”: convince il programma di Susanna Tamaro. Aggiungo che a tutte le donne e a tutti gli uomini tocca confrontarsi con il volto del potere e trasformarlo in fortezza, in energia vitale, in gioiosa e sporca avventura esistenziale, libera dai copioni.

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Commenti

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lapis
27 Settembre, 2016
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Davvero un bel commento, Natalizia.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza e le tue riflessioni.
Manuela, è bello ritrovarsi fra libri e pensieri!
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