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Les adieux, l'absence, le retour
Questo romanzo forse avrei preferito non leggerlo, almeno non in questo momento anche se è bellissimo dal punto di vista letterario. Parte come uno di tanti romanzi portoghesi post Salazar, con la ricerca di una persona di cui si sono perse le tracce durante la dittatura e che magari è stata in prigione o ha svolto attività clandestina. Per es. ho già letto Parlino le pietre che è di tema simile, apparentemente.
In realtà il romanzo è strutturato come un mandala per cui la ricerca della persona scomparsa, Isabel si svolge in cerchi concentrici avvicinandosi al centro sempre di più. I primi cinque cerchi sono una ricerca fisica, con colloqui con persone che hanno incontrato Isabel in tempi sempre più recenti. Dal sesto la ricerca si fa metafisica con colloqui telepatici, intervento di fantasmi, lama, animisti fino al violinista finale che è il direttore d'orchestra della ricerca che comunque arriva al centro, Isabel ma con risvolto buddista. Il romanzo è bellissimo, non immaginavo che Tabucchi scrivesse cose del genere.
Il romanzo è struggente, visionario e abbastanza disperato. Dietro la malinconia c'è la poesia del vuoto e l'addio. Come dice lui, l'importante è cercare. Mi fa impressione che l'abbia scritto poco prima di morire.
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Commenti
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Federica
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È dunque meglio leggerlo oppure no?