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Un mite supereroe
E’ una lettura che ti lascia addosso un senso di intimità che ti scalda. Racconta la storia di Giulio, uno psicologo che segue un suo ex professore e la storia è inframmezzata da sprazzi della vita di uno e dell’altro. Il cuore del libro sono i dialoghi, quelli fra Giulio e la sua amica, fra Giulio e sua madre, fra Giulio e il suo professore; questi ultimi senza dubbio sono i più significativi e profondi. Emozionano. Perché Giulio è un uomo non felice, soffre di questa sua infelicità, si chiude in se stesso, si sente a disagio in un labirinto di gente felice con la maschera di Jocker. Il suo lavoro è un lavoro in cui è lui a dover dare la forza agli altri, ma in questo libro ne scopriamo le fragilità umane, così come il senso effimero di felice appartenenza che prova quando per un attimo sente di poter cominciare ad essere felice, così come ci colpisce la sua profondità d’animo, quando il rapporto con il suo professore diventa maturo, riuscendo alla fine a smuovere i grumi che sono dentro l’animo del professore e riuscendo lui stesso ad abbassare le proprie difese. Caldo, intenso, profondo, a tratti struggente.
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