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Storia di un supereroe
Mi è piaciuto moltissimo questo libro, centrato sul rapporto del giovane protagonista con il fratello down. L'ho incominciato preparandomi a provare una grande tristezza e invece mi sono ritrovata a sorridere spesso e volentieri perché è pervaso da un affetto e una simpatia assolutamente trascinanti; ma soprattutto non è un triste resoconto delle mancanze di Giovanni come ci si aspetterebbe, ma la descrizione delle sue prodezze in un mondo popolato da gente diversa da lui. E anticipa il suo pensiero citando una frase di Einstein: “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità ad arrampicarsi sugli alberi, lui passerà la sua vita a credersi uno stupido”. Ecco un brano che mi ha colpito:
“Pensai che Gio, tra i molti problemi, aveva un talento particolare: sapeva creare una storia diversa con ognuno. Si sarebbe potuto scrivere un libro sul rapporto tra Gio e ogni singola persona che gli gravitava intorno, e sarebbe stata una saga più lunga de “Il Signore degli anelli”. Gio creava mondi. Ognuno di noi camminava con lui lungo una strada personale. E la cosa pazzesca era che riusciva a essere diverso con tutti, ma sempre se stesso. Non era matematica, Gio, che una volta trovata la soluzione è sufficiente replicare i passaggi per ottenere lo stesso risultato. No, lui era più basket dove, se una volta hai fatto canestro, poi non basta che replichi il movimento per riuscirci di nuovo. Mi convinsi che dovevo trovare il mio modo personalissimo di fare canestro. E che dovevo riuscirci da solo”.