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La femmina nuda di Elena Stancanelli
Forte, anzi fortissimo, a tratti angosciante. Questo non è un libro per per moralisti, per benpensanti, né per puritani.
E' la storia di un’ossessione che non lascia tregua, che porta dentro un amore malato, dove si distrugge per non sentire il silenzio assordante che fa una storia mentre si disintegra.
Anna è lucida e la sua ossessione spaventosa: non si lamenta, non rivendica nessuna dimensione sacra del dolore, riconosce anche la propria ottusità e lo illumina senza nessuna indulgenza se non quella del sarcasmo.
La femmina é nuda perché è spogliata di tutto, per l'impossibilità di opporsi alla pazzia amorosa. Nuda perché Anna, la protagonista, non riesce a mantenere la propria dignità: le è scivolata via, nell’ostinazione di restare aggrappata a un amore finito, malato, esaurito.
Se l’è tolta per inseguire l’altra donna e attribuirle una potenza che nemmeno ha: è solo una proiezione di ciò che lei teme e di cui ha paura. Ma l’altra donna, pur essendo "inferiore" alla protagonista, è potente perché vince senza combattere, senza essere migliore, vince fregandosene di vincere. Vince il cuore dell'uomo di cui Anna crede di essere ancora innamorata e lo fa in modo quasi inconsapevole. "Rovina" il rapporto quinquennale della protagonista, lasciandole in mano un pugno di mosche.
Non serve essere vittime per lasciarsi dominare dall’ossessione e infilarsi in un buco nero fatto di comportamenti miseri e discutibili, sapendo benissimo che stiamo precipitando senza paracadute, ma con il bisogno estremo di farlo ancora e ancora.
Noi siamo gli unici responsabili della nostra discesa agli inferi e scopriamo di non essere in grado nemmeno di scegliere una sofferenza adeguata al senso alto che abbiamo di noi stessi.
La protagonista è pienamente consapevole del comportamento isterico, compulsivo, idiota, umiliante, morboso e ossessivo che sta attuando, ma non riesce ad opporvisi, anzi: lo asseconda.
Forte, in alcuni punti troppo, è un romanzo che ti tiene aggrappata a sé, ma nel contempo ti respinge, per la brutalità di alcune parole, gesti e comportamenti.
Un libro come questo mi fa pensare un po' a Philip Roth ne "L'animale morente", quindi lo consiglio a persone forti e difficilmente impressionabili.
Una lettura, comunque, molto interessante.
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