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Un viaggio dentro di noi stessi
Con questo titolo Andrea De Carlo ci porta in viaggio, un viaggio in luoghi non ben definiti, un viaggio dentro noi stessi.
La trama di questo romanzo si basa, come è facile immaginare, su un viaggio compiuto da un ormai uomo insieme ad una ragazzina. Questo viaggio non ha come obbiettivo quello di farci visitare nuovi luoghi, farci conoscere le storie delle località visitate, no. Il viaggio è un susseguirsi di spunti per riflessioni sul senso della vita, e queste discussioni tra queste due persone di età parecchio differente sono alquanto intriganti. Lei spesso in cerca di risposte, lui colui che ha l'esperienza apparente per poterle indicare la soluzione ai propri quesiti; ma spesso le parti sono invertite. Lei nella sua giovinezza e "semplicità" di pensiero va ad analizzare al meglio situazioni della vita di lui, legate per esempio al rapporto travagliato con M. che prende parte al romanzo grazie allo scambio di e-mail e di chiamate con Giovanni (G. il protagonista). Proprio da queste discussioni con M. nascono molti spunti di riflessione, compresi quelli in cui si vanno a criticare comportamenti di Giovanni, che pur avendo unaa grande esperienza alle spalle, non riesce a cambiare; probabilmente perchè non vuole effettivamente cambiare.
Insomma con quest'opera a mio avviso De Carlo gioca a carte scoperte sulle sue idee, riguardanti determinati argomenti legati al senso della vita, posto su vari aspetti. Il tutto spazia su un numero molto elevato di argomenti, dal rapporto tra donne e uomini, meccanismi di sopravvivenza, la noia...e molto altro.
I personaggi, sono stupendi a mio avviso, come solito di De Carlo ci vengono presentati ed ci viene trasmesso, anche implicitamente, moltissimo sul loro carattere e su ciò che li riguarda...lasciando però anche una piccola parte non ben definita che rende tutto più interessante, dando quella sensazione di incompiuto ma allo stesso tempo di chiaro.
Il tutto è piacevole da leggere per chi apprezza lo stile di De Carlo (che ovviamente può piacere come no) e lo consiglio vivamente a tutti coloro che sanno di poter apprezzare un libro del genere, in cui la trama è solo un sottofondo per la grande opera generata da tutto il resto. Insomma questo libro serve per tratte diversi spunti di riflessione e va preso dal giusto punto di vista. Per chi avesse voglia di avvicinarsi per la prima volta a De Carlo, forse è meglio iniziare con libri come Due di Due, per poi passare in caso a titoli del genere.
"Da dove viene la noia?"
"Non viene. È lì. Nella mancanza di scopo e nella mancanza di senso e nell'incapacità di andare oltre. Siamo convinti che si infili a tradimento negli spazi vuoti, e che basti darsi da fare per mandarla via. Invece è il contrario, la noia è al centro dello spazio, e noi per non vederla la copriamo con schermi e paraventi mobili di attività concatenate."
"E cosa dovremmo fare, invece?"
"Dovremmo sapere che la noia è lì. E che ci può spingere a fare le cose più insensate, o a cercare di capire il senso delle cose. Se uno si sottrae sistematicamente alla noia, per quanto corra non va da nessuna parte."
"Perché?"
"Perché tutto nasce dalla noia. Le percezioni e le constatazioni e
le elaborazioni, le idee di ogni tipo."