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Non vi dimenticherete più di Piombino
Anna e Francesca hanno 14 anni, sono intelligenti, vitali e con un futuro tutto da immaginare e progettare.
Ma quando vivi nei casermoni popolari di Piombino, corrosi dal sole cocente e dal degrado, in una realtà povera e ignorante, il futuro ha poco da offrirti.
La fabbrica dell’acciaio da lavoro e da vivere alle famiglie, gli uomini si consumano tra i vapori e le donne sfioriscono a casa, crescendo i figli e perdendo ogni beltà.
Le famiglie delle protagoniste, tra ignoranza e omertà, non sono diverse.
Li separa una rampa di scale, ma non si sono mai parlati. Troppo presi a consumarsi tra debiti, litigi e malattie. Solo loro due, Francesca e Anna, non possono vivere l’una senza l’altra.
Sono belle anzi, bellissime. Le più belle di tutti. Suscitano l’invidia nelle ragazze e desiderio nei ragazzi, ma a loro quasi non importa perché sono ancora troppo piccole per pensare a queste cose. Vogliono solo andare al mare, ballare nel bagno provandosi i trucchi e i vestiti “da grandi” e immaginarsi un domani a fare qualche lavoro importante, per non finire come le loro mamme, a lustrare il pavimento ogni santo giorno, e a preparare la cena per i loro uomini consumati.
Ma la realtà irrompe prepotente e tutto viene messo in discussione, anche l’amicizia.
Acciaio è uno spaccato della società odierna.
A farla da padrone è l’ignoranza con tutto ciò che ne consegue. La chiusura mentale, l’indifferenza, la falsità e cattiveria.
Un libro vero, potente, che ci spiega che possiamo essere a Piombino come a Milano o Siracusa, ma dove regna l’ignoranza non può esserci un futuro. L’ottusità farà marcire ogni ambizione e imputridirà desideri e aspettative.
Lode a questa bravissima autrice italiana che è riuscita a regalarci un’opera sincera, appassionante e quanto mai attuale.