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Carta forbice sasso. Memorie senza raccordo
 
Carta forbice sasso. Memorie senza raccordo 2016-07-10 07:15:19 Cristina72
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    10 Luglio, 2016
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La deriva

“Nessuno può dirsi certo della vittoria, ma nemmeno della sconfitta”.
Il principio della Morra cinese - Carta, forbice, sasso - chiude un romanzo corale fatto di lettere, ritagli di giornale, blog e memoriali, attraverso cui si ricostruisce una storia dai contorni fantapolitici, ammantata da una patina di raffinatezza decadente.
Le lettere, soprattutto, sono dense, cariche di un'arguzia amara che inquadra con precisione impietosa i protagonisti - tutti personaggi sopra le righe, permeati da un emblematico infiacchimento morale - mentre il lettore assiste quasi nel ruolo di voyeur al crollo delle maschere, all'allentamento dei freni inibitori e all'emergere di una “verità libidica” conseguenza di una diffusa deriva sociale.
E' un romanzo dal linguaggio forbito e dal fascino un po' barocco, da leggere con lentezza, soffermandosi su frasi cesellate magistralmente e dialoghi in punta di fioretto.
L'ironia, a tratti grottesca, stempera fin dalle prime pagine la drammaticità del contesto apocalittico di una città fantasma, Cagliari, avvolta da un silenzio “che erode più del salmastro”, all'ombra di un terzo conflitto mondiale e di un islamismo che prende sempre più il sopravvento.
Limite del libro è la percezione, nella seconda parte, di troppa carne al fuoco, di un carico iperproteico che a volte si fa fatica a metabolizzare.
Alla fine, si avverte l'esigenza di un maggiore approfondimento di certe vicende personali - compreso un oscuro delitto - mentre avrebbero figurato meglio sullo sfondo i (troppi) personaggi secondari e le pagine riguardanti i rivolgimenti storico-politici.
Ma questo non è un romanzo lineare, né vuole esserlo.
Piuttosto, è circolare, come gli eventi che narra, come la Storia che sempre si ripete, con punti di svolta spesso inavvertiti.
Ed è lirico, nel suo pessimismo di fondo:
“...e dio non c'è preghiera che tenga a farlo desistere. Bisogna accettarne la demolizione sistematica, le sparse detonazioni organizzate. E' un pugile interstellare.”

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Commenti

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Bel commento Cristina per un esordio letterario di tutto rispetto. Ho letto il libro con qualche difficoltà dovute alla struttura e al contenuto ma meravigliandomi per la padronanza linguistica e per lo stile. In quanto sarda ha suscutato in me riflessioni rispetto ai problemi dellla nostra bella terra che, anche abbandonando gl scenari fantapolitici, risultano reali quanto mai. A breve seguirà la mia recensione. Ciao e complimenti a Giulio.
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
11 Luglio, 2016
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Grazie Laura! Le difficoltà le ho incontrate anch'io in alcuni punti, in parte anche per gusto personale, ma sullo stile e il talento non si discute. Sono curiosissima di leggere il tuo punto di vista. Ciao!
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