Dettagli Recensione
Uomini illustri e non illustri
“Per quel che concerne Leone Ginzburg ho scelto di tenere la distanza che richiede un grande personaggio storico, distanza di rispetto. Ho narrato, dunque, la sua vita straordinaria basandomi esclusivamente sulle fonti scritte e documentate che sono stato in grado di procurarmi…Per ricostruire la storia delle vite ordinarie degli Scurati e dei Ferroni, miei ascendenti, mi sono basato invece esclusivamente su ciò che di quelle storie è sopravvissuto nei ricordi. Solo fonti orali, dunque, e rapporti personali. Niente altro.”
“Per tutti loro, uomini illustri e non illustri, la memoria conservata in un racconto è l’unica forma di sopravvivenza. Si narrino, dunque, una accanto all’altra, in una sorta di profano vangelo sinottico, la vicenda tragica dell’eroe intellettuale, della sua stirpe e della sua discendenza, e quella della mia gente, gente comune, le si narrino addirittura fino al punto in cui questa linea genera me, lo scrivente. Il più insignificante.”
Sono passati dieci giorni dalla fine della lettura di questo “saggio” e ancora non trovo le parole adatte per recensirlo. Ho chiesto quindi un aiuto all’autore e utilizzando le sue parole, ho voluto introdurre il mio pensiero.
Scurati crea un libro insolito e a tratti spiazzante. Vengono altalenate le vicende di Leone Ginzburg, l’uomo che si è rifiutato di giurare fedeltà al fascismo l’8 gennaio del 1934, e quelle delle famiglie Scurati e Ferroni. Se da una parte ritroviamo un racconto quasi giornalistico, con fatti, date e personaggi raccontati con quel distacco che l’autore vuole volontariamente avere nei confronti di Ginzburg, dall’altro ci ritroviamo la sensibilità e il phatos di una storia di famiglia.
Un Ginzburg circondato da personalità importanti come Pavese ed Einaudi si contrappone a un uomo come tanti che ci racconta la sua passione per i Pupi Napoletani e il suo incontro con Totò.
L’altalenarsi e il susseguirsi delle vicende, specialmente nella prima parte, non è poi così leggero e scorrevole, solo dopo metà le pagine si “voltano” più velocemente. Alcuni tratti sono anche un po’ noiosi e soprattutto non saziano la conoscendo nei confronti di Ginzburg, una figura così poco conosciuta ma così estremamente interessante: “”Faccio quel che posso per accontentarVi,” scrive a Einaudi, “ma la mia rapidità di lavoro ha un limite invalicabile, quello dell’esattezza.””
Per colmare le mie lacune su questa figura, mi sono già segnata alcuni titoli della moglie, Natalia Ginzburg.
Questo era il mio primo incontro con Scurati, sicuramente non mi ha lasciato indifferenze, anzi la sua idea era davvero particolare, ma non così tanto da indurmi a leggere subito un altro suo libro. Un libro che comunque consiglio, ma va affrontato con l’idea che non è un romanzo.
Buona lettura!
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Federica
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