Dettagli Recensione
Vivere, non sopravvivere. Essere e sentirsi vivi.
“Essere vivi” è un romanzo scritto di getto, un testo nato dal bisogno di tirar fuori dal proprio inconscio emozioni, riflessioni, esperienze, un elaborato che ricrea storie tangibili in cui è possibile immedesimarsi.
Caterina e Lorenzo, fratelli per caso, si incontrano in un momento delicato della loro vita; quello della perdita di un genitore. Rispettivamente sono anni che non vedono, lei sua madre, lui suo padre; ed ora un viaggio in Grecia li attende per decidere sul da farsi di quelle salme.
L’uomo è irrequieto, non ha fermezza, è sempre in movimento col corpo e con l’umore. La donna è in bilico tra la sua vita di prima e quella di dopo; lei che sino ai sei anni non sapeva parlare, articolare, camminare, lei che viveva tra le botte della sua esistenza e un guaito come amico e giocattolo, lei che dal momento dell’adozione ha cercato sempre più il suo posto nel mondo, le sue radici, la sua appartenenza. E’ quella del prima o quella del dopo, la vera Caterina?
Le loro realtà si incrociano e scontrano in parte per i loro genitori ma soprattutto perché entrambi hanno conosciuto la separazione e la malattia, egli tenendola accanto a sé diventando uno specialista dell’angoscia, ella, nascondendola piena di rabbia in ogni giorno della sua quotidianità. Insieme hanno toccato un parte segreta l’uno dell’altra; Caterina, non deve dimostrare nulla, né camminare dritta, né essere la donna riuscita nata una seconda volta tra le braccia di Graziella/Maria quando Lorenzo è al suo fianco. Non sono altro che solitudini a confronto.
Sullo sfondo i genitori e le loro scelte, un intreccio di umanità, anime perdute ma ricche, spinte dalla passione, un fuoco che arde incessantemente nel buio della notte.
Uno stile rapido, accattivante, diretto è quello della Comencini; una scrittura che imbriglia il lettore sin dalle prime pagine. Breve, ma intenso.
«E’ come se qualcuno mi spingesse…. Mi tremano le gambe.. Lo sento nello stomaco… Ho voglia di lasciarmi cadere…»
« Continua a guardare..»
«Qualcuno mi spinge da dietro.. sento un desiderio fortissimo..»
Gli stringo la mano.
« I nostri piedi sono fermi sulla terra… Non si muovono, possiamo restare qui quanto vogliamo, continua a guardare giù, non distogliere gli occhi… Non avere paura di te.. Non lo farai mai»
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Commenti
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Certo, la letteratura deve nascere da una 'necessità' interiore dell'autore. Altrimenti non avrebbe nulla di autentico da comunicare. E' ciò che capita ai libri 'di consumo' , che purtroppo rappresentano la maggioranza numerica della produzione editoriale.