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La lettrice scomparsa
 
La lettrice scomparsa 2016-06-05 09:55:48 lapis
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
lapis Opinione inserita da lapis    05 Giugno, 2016
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Vita e letteratura

"Mon amour. Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour
de l'aube claire jusqu'à la fin du jour"

Fabio Stassi ha dato una colonna sonora a questo libro, aprendo ogni capitolo con un verso de «La canzone dei vecchi amanti» di Jacques Brel, che ascolto e riascolto mentre scrivo questo commento. Immagino che questa voce malinconica e struggente sia la voce che queste pagine avrebbero, se potessero parlare. Una voce intensa, limpida ed elegante, che racconta storie belle e strane, di vita e di poesia.

La storia di Vince Corso, innanzitutto. Professore precario non più giovanissimo, che ha abbandonato l’insegnamento per improvvisarsi biblioterapeuta e provare a vivere di letteratura, consigliando titoli come antidoti alla vita. Vince con la sua musica francese, la sua passione per le storie, i suoi fallimenti emotivi e la sua paura più grande, quella di essersi trasformato in uno di quegli uomini destinati alla solitudine, avvolti da una corazza di gelo, che “sanno vivere solo emozioni letterarie”. La storia della signora Parodi, la vicina di casa, accanita lettrice, la cui improvvisa scomparsa incuriosisce Vince al punto da indurlo a condurre un’indagine personale. Una ricerca che non si compone di interrogatori, inseguimenti o analisi scientifiche, ma si avventura intelligentemente tra le pagine degli ultimi libri letti dalla signora, ricercandovi tracce, spiegazioni, possibili verità. Infine, le storie di tante donne, vulnerabili e insicure, che bussano alla porta di uno sconosciuto per raccontargli i propri dolori e le proprie ossessioni nella speranza di ricevere una mano protesa a cui aggrapparsi: un libro. Credono di poter guarire? Forse no, ma in fondo che male può fare questa cura di parole?

A volte proprio una parola può cambiare il corso di un’esistenza e al centro di questo elaborato c’è proprio il rapporto tra vita e letteratura. Si può vivere come se si stesse scrivendo il proprio romanzo, da raccontare agli altri più che da sentire, da orchestrare come fosse una trama. Si può leggere per sentire emozioni perdute o mai provate sulla pelle, per riempire la propria solitudine, per evadere dal presente e sognare un po’. In fondo, cosa c’è di più vero di un cuore che batte più veloce e di lacrime che scorrono copiose mentre si legge? E cosa c’è di più falso di una vita interpretata indossando una maschera? E’ una provocazione, certo, ma ci induce a pensare che forse i libri aboliscono la realtà proprio per farci vedere una realtà diversa, ancor più vera, in cui ci siamo noi, le nostre debolezze ma anche le nostre possibilità.

Una lettura da consigliare. Per i tanti spunti di riflessione offerti. Per la qualità della scrittura, elegante e avvincente. Ma, soprattutto, perché i veri protagonisti sono proprio loro, i libri: al centro di un mistero, custodi di verità, cure per il mal di vivere, continuamente citati e sapientemente raccontati con arguzia e originalità. E con voce appassionata.

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splendido commento Manuela!
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