Dettagli Recensione
Non è detto che le storie debbano sempre finire
Seppure certi passaggi fossero molto profondi, non ritengo che questo libro abbia qualcosa di davvero innovativo. Certo, è una bella storia che a differenza di tante altre non vuole strappare le lacrime, anzi. Nonostante ciò è un libro che racconta lo sviluppo del rapporto fraterno e che commuove. È narrato il viaggio che Giacomo deve intraprendere per comprendere suo fratello Giovanni. Questa comprensione non sarà immediata però, sarà frutto di tante domande alle quali solo lui può rispondere.
"Mi resi conto, quel giorno, che da troppo tempo che avevo smesso di farmi domande. E che avevo smesso di farmi domande per paura delle risposte. Il mio equilibrio si basava sul non chiedere e sul non sapere."
Giacomo ha paura di essere giudicato, delle opinioni della gente, dei suoi compagni. Secondo lui, Giovanni non è che un'altra cosa da nascondere al mondo. Deve adattarsi.
Capirà però, col passare del tempo che "Giovanni è una danza. Il problema è sentire la sua musica". Quindi da fratello maggiore, Giacomo dovrà cambiare nuovamente, questa volta per imparare a vedere davvero Giovanni. Per non vergognarsi più del suo fratello. Per imparare ad accettare che non tutte le persone apprezzeranno e capiranno le qualità di suo fratello.
"Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi uno stupido."