Dettagli Recensione
Attimi di vita
Antoine ha ormai 75 anni. E’ giunto il tempo dei bilanci. Una giornata come tante nel giardino di casa con i suoi figli, nipoti ed altri affetti lo portano a rivivere un passato fatto di perdite e di conquiste, determinato dalla mera, pura e semplice voglia di vivere quando quell’esistenza non sembra meritata, quando quel posto nel mondo pare non arrivare mai, non essere mai quello giusto. Tre sono le date che scandiscono i suoi giorni sulla Terra:
- Il 10 giugno 1944; rappresenta per lui la prima vera e significativa perdita. Il bambino di queste pagine ha otto anni, vive a Oradour-sur-Glane e riesce a scampare ai tedeschi che hanno accerchiato e sterminato gli abitanti del paese solo e soltanto perché insieme all’amico Jacques disobbedisce alla figura materna. Da questo momento è un piccolo uomo, orfano di madre e di padre, ma con spalle forti, pronte ad affrontare i giorni che verranno nonostante quel senso di non appartenenza che inevitabilmente lo accompagna;
- Il 23 Novembre 1974; è invece per il divenuto avvocato l’anno dell’amore e della seconda grande perdita. La sua amata Elena, madre dei suoi figli Luca, Filippo e Elisa, è morta e al venir meno della figura coniugale e di tutto quello che essa rappresenta, si aggiunge la malattia della terza nata; amiotrofia spinale. Adesso la vita del padre è interamente dedicata alla prole e soprattutto alla piccola costretta in carrozzina, non c’è spazio per un’altra donna, non vi è altro che quel senso di protezione e quella voglia di garantire un futuro ai discendenti. Il legale non vive nel futuro, la sua è una lotta con il presente e con il passato, un tempo trascorso ma che mai lo ha abbandonato, un insieme di avvenimenti che lo hanno scritto, colorato, formato e temprato per i giorni che sono venuti.
- 18 ottobre 1998; è infine l’anno della rinascita. Il protagonista è ora un uomo maturo, fiero dei successi dei suoi pargoli, ma anche pronto a tornare ad amare nonostante gli anni, le impacciataggini e il suo cuore ricco d’amore per gli affetti più cari e a loro proiettato, ma da troppi anni chiuso alla possibilità di una relazione personale.
Tre date, tre avvenimenti che sono parte di un mosaico più grande, di un quadro fatto di colori e parti diverse. Tante le tematiche affrontate, tra queste sicuramente emergono la problematica dell’essere orfani, la difficoltà di sentirsi accettati, la disabilità, la voglia di rinascere e darsi una nuova possibilità, il tempo che passa inesorabile facendoti addormentare bambino e risvegliare uomo al traguardo e tante altre ancora.
Stilisticamente l’elaborato è narrato con un tono un po’ troppo fiabesco talché il contenuto perde di intensità. Lo stesso è affrontato troppo superficialmente, l’autrice non va mai nel profondo. Il proposito era sicuramente buono ma a conclusione della lettura resta nel lettore quel senso di incompiutezza, come se all’opera mancasse quel qualcosa capace di renderla indimenticabile.
In conclusione, uno scritto adatto a chi cerca un’opera rapida, che ha inizio e si conclude in breve tempo e senza troppo impegno.