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I mille volti degli italiani
“Cuore di pietra” è un gran bel romanzo all'interno della produzione letteraria di Sebastiano Vassalli, che non deve per nulla restare in second'ordine rispetto al più acclamato “La chimera”.
Il pretesto per raccontare il Novecento italiano è dato dalla costruzione di una casa signorile in un luogo non ben identificato ma di cui percepiamo una location piemontese e dalle piccole e grandi storie degli abitanti dell'immobile. I volti sono tanti, diversi tra loro, pittoreschi, pieni di vita, di sofferenza, di affanni, un microcosmo che vuole essere l'Italia intera, dall'uomo della porta accanto al professionista, dal nobile al popolano, dal soldato allo studente, stretti nel pugno ferreo dello scorrere del tempo, in un paese che nasce da un'unità che spezza la frammentazione e che deve sopportare guerre e distruzioni.
Le immagini schiette, talora crude e senza veli, di quest'Italia che nasce e cresce anno dopo anno, sono indimenticabili, i dolori e le amarezze sono palpabili e fanno male, le nubi basse di un destino avverso sono perennemente all'orizzonte, alimentando un filo costante di pessimismo.
Eppure le storie sembrano scappare dalla mano di un narratore e avvicinarsi a quelle di un documentarista, non per la freddezza della rappresentazione, bensì per il valore storico degli eventi che i protagonisti affrontano, per gli spaccati genuini di quotidianità, per l'accuratezza delle ricostruzioni e dei vocaboli utilizzati.
Vassalli ha fatto suo un modo eccelso di scrivere un romanzo storico e questo lavoro ne rende piena testimonianza, regalandoci un viaggio nel tempo fin nel cuore della Storia, per comprendere cause ed effetti degli eventi, perché il mondo di oggi è il frutto dell'evoluzione del passato.
Il passato non si cancella ma è terreno su cui nasce il presente ed il futuro.
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