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L'isola di Arturo
 
L'isola di Arturo 2016-05-13 06:47:59 Mario Inisi
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    13 Mag, 2016
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L'isola e la gelosia

Bellissimo questo romanzo, Elsa riesce a scrivere storie in cui gli elementi della realtà sono trasfigurati in una dimensione semi-onirica e semi-fantastica che dà alla narrazione un tocco magico e avventuroso. L'isola di Procida all'inizio del romanzo sembra un'isola deserta, dove un ragazzino Artù, aspetta il padre che non arriva mai tra corse, mare, cielo, sogni. Non ha una madre (morta di parto), e si sente uomo, pensa di non avere affatto bisogno degli altri, tutti a lui inferiori, perchè non sono dei Gerace. Un giorno il padre gli porta una matrigna-bambina sua coetanea, dolcissima che vorrebbe farsi chiamare da lui mamma, coccolarlo. La ragazzina immagina che ARturo avrebbe potuto crescere badato da lei nella sua casa di Napoli, una casa mitica, affollatissima, un posto magico come l'isola ma tutto l'opposto dell'isola di ARturo. La casa di Napoli è abitata da una infinità di bambini, che dormono tutti su un letto comodissimo a due piazze (tutti sullo stesso) che da come lo descrive non sembra nemmeno un letto ma una nave per quanta gente ci può dormire sopra. La matrigna ben presto rimane incinta e arriva il fratellastro: un bambino perfetto. Questo bambino fa crollare tutto l'equilibrio di Arturo che si accorge improvvisamente di essere cresciuto senza madre e senza baci, ignorato da tutti. La mancanza di affetto della sua vita che prima la rendeva eroica ora gli appare insopportabile. Bellissima la scena in cui Arturo vuole uccidere il fratellino ma poi finisce per fargli il solletico e giocarci o in cui immagina tutto il mondo scambiarsi baci: le barche che si toccano, le nuvole in cielo e così via e lui, solo lui non ha mai avuto un bacio di mamma. Il romanzo evolve verso la perdita dell'innocenza nel rapporto con la matrigna, che lo porta a dare un nome e un divieto ai sentimenti che li legano.
I personaggi sono belli perchè innocenti. Hanno una purezza, una bellezza straordinaria che probabilmente viene dall'autrice, non solo i ragazzini ma anche il padre di Arturo. E la malizia del mondo, per esempio di Assuntina o dell'ergastolano sembra una malizia buffa e un po' infantile.
Un romanzo bellissimo, veramente magico. Anche la conclusione è perfetta.

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Commenti

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Ciao Mario, ottima recensione; è da molto che ho in mente di leggere quest'opera della Morante...ora è inserita nella mia lista desideri e spero di leggerla a breve. Ciao.
Ferruccio
Vero, è un romanzo magico. Non ricordavo certi particolari della trama, ma le sensazioni che mi ha lasciato sono rimaste intatte a distanza di anni, compresa l'amara frase del finale, "inesorabile come la morte".
A me è piaciuto che l'amico gli dice ora puoi svegliarti e che l'isola non c'è più come se fosse stato tutto un sogno.
Io ho anche altri due libri sul comodino, il problema con Elsa è che iniziare a leggerla è faticoso ma poi non ci si staccherebbe più.
Complimenti, Mario, per il commento davvero bello.
Della Morante ho letto solo "La storia", che mi ha lasciato un retrogusto non piacevole. Ho visitato l'isola di Procida, che non mi ha incantato.
Ora veleggio verso altri lidi letterari.
Anche io ne ho un bel ricordo, a me invece manca La storia. Non associo l 'autrice a fatica di lettura, ricordo il grande tocco descrittivo degli spazi, anche interni. Non ricordo affatto il finale, che disdetta!
Questo romanzo non te lo perdere, ti piacerebbe secondo me.
La fatica dipende sicuramente solo da me che all'inizio di un nuovo romanzo faccio fatica a concentrarmi e a entrarci.
Ottima recensione, splendido libro.
Ottima recensione Mario!
Federica
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