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Rapporto di formazione?
Eleonora e Chirù: trentotto anni lei , diciotto lui. Lei affermata attrice teatrale, donna colta e raffinata, apparentemente solida ma con molte fragilità nascoste; lui promettente studente di violino al Conservatorio, curioso, ambizioso, bramoso di conoscenza, carico di una ancora immatura ma evidente sensualità.
Lei vuole fargli da mentore, come ha già fatto con altri tre allievi, accompagnarlo in un percorso di formazione arricchendolo con le sue conoscenze.
Dovrebbe essere un rapporto limitato all’ambito maestro-allievo ma si va, a mano a mano che si frequentano, confondendo in qualcosa d’altro che sfiora i confini del desiderio sessuale ma, ancora più pericoloso, dell’amore.
La storia si dipana nel racconto di loro due in maniera a volte un po’ confusa, allungandosi senza motivo, quasi a cercare un pretesto per tirare avanti, intrecciando i dialoghi di dissertazioni che sono un esercizio di stile che appesantiscono il tutto.
La prosa è veramente a volte pesante e manca il vero bersaglio che è quello di essere intelligente, colta e intellettuale.