Dettagli Recensione
L' ovvieta' della superficialità' emozionale....
Premessa. Amo la letteratura e sono un lettore onnivoro, certo con predilezione per testi di qualità', ma non scarto a priori cosiddette novità' " letterarie " e mai darei un moralistico, prevenuto, aprioristico o snobistico giudizio dettato esclusivamente dalla non conoscenza.
Per questo motivo, nel fine settimana, ho letto il nuovo romanzo di Fabio Volo, che conosco prevalentemente come intrattenitore radiofonico e show-man, non nelle vesti di scrittore.
Vi si narra il viaggio sentimentale e di costruzione famigliare di Nicola, da maschio single a compagno di Sofia, a convivente, a padre di Leo, attraverso un turbinio di situazioni emozionali, viscerali, di crisi di coppia, di dubbi sul proprio essere e destino, di compagno e di padre.
Vi si descrive la rinuncia alla scapestrata ed adolescenziale vita pregressa, tra uscite, cameratismo, convivialita' maschile e stereotipi maschilisti, ed il nuovo quotidiano, che comporta responsabilità', crescita, impegno costante.
È ' una rinuncia ad una parte di se' per costruire, insieme a Sofia, un "noi ", inteso come famiglia allargata, e per determinare, con Leo, un altro noi, più' grande, più' forte, in nome di un amore incondizionato, misterioso, emozionante ed ogni giorno diverso pur nel proprio ripetitivo mostrarsi.
In sintesi, e' un processo di crescita come uomo, compagno, padre, persona, abbandonando il cinico, egocentrico ed infantile se' per immergersi in un mondo ed universo femminile di impegno quotidiano, di fatica, di laborioso esserci, di vita sacrificata, o meglio, vissuta per raggiungere qualcosa di più' grande, ovvero l' amore.
Questa la trama, veniamo ai significati, stile, contenuti, luoghi, personaggi, tempo, elementi socio-politico- culturali, psicologici, semplici descrizioni, narrazione, insomma a tutto ciò' che caratterizza e dovrebbe essere sviscerato in un romanzo.
E qui, ad essere obiettivi, di poco si parla e si può' dibattere. Scorrendo le pagine si ha la netta impressione, e via via la certezza, di trovarsi di fronte ad un diario, neppure troppo ricco di idee e di sentimenti, scritto da un adolescente ora impaurito, ora gioioso, ora giuocoso, ora affranto, ora arrabbiato, o al tentativo di scrivere di un ragazzo alle prime armi, un ragazzo nell' animo, che dalla sua ha diverse esperienze di vita, anagraficamente, ma che non sa come rappresentarle, metterle su carta, sviscerarle. Ne esce, quindi, un insieme di banalità', ovvietà', moralistiche e frammentarie dissertazioni, superficialismi, di personaggi, di situazioni e di luoghi, che, ahime', nulla ha a che vedere con l' elemento letterario ed il poetare.
Citerei ad esempio alcuni estratti (... "Adesso girati,girati, girati, ma niente, non voleva girarsi...,"..." Ci sono donne che nascono madri ed altre nascono mogli, mia madre e' nata nonna..."; "... Prima di dedicarsi ad una sola persona per il resto dei propri giorni si deve viaggiare, sperimentare,sbagliare, provare a diventare poeti e scrittori. Poi si è' pronti..."; ".. Noi maschi siamo menti semplici..."; "... Era così' bello qualche anno fa quando uscire con una era solo uscire con una..." " ... c'era rimasta male come quando pensi tutto il giorno alla fetta di torta che hai in frigorifero e poi scopri che qualcuno l'ha già' mangiata ..." etc.. etc...????)
Non è' sufficiente la semplice esternazione delle emozioni, l' essere veri in superficie, il sensazionalismo, l' andare al cuore della gente, usando una scrittura colloquiale e satura di banalizzazioni, ci vuole dell' altro.
Lo scrittore, oltre al talento, che comunque va coltivato, e' molto di più', e' vera profondita', sa cogliere ed interiorizzare quel quid di invisibile, di misterioso, di insondabile che è' realtà' ed immaginario, sa contestualizzare e raccontare i sentimenti ed i misteri universali e, tramite il poetare, cogliere e sintetizzare il significato del tutto, ovvero l' essenza, il tempo, l' amore.
Non si limita a mettere su carta pensieri eterogenei e scomposti, da' un ordine al proprio operare e poetare, attraverso lo stile, i contenuti, e la forma che è' anche sostanza.
Tra lo scorrere di queste pagine sembra di addentrarsi in un vicolo cieco, trascinati e scaraventati in un uragano caotico-emozionale senza possibilità' di riparo, di discernimento, di approdo sicuro, non essendo peraltro un viaggio nei misteri insondabili e nella profondità' dell' animo umano.
Infatti lo scrittore e' il risultato, ed il frutto, del proprio vissuto, non si inventa dall' oggi al domani, ogni profondita' e' il prodotto di un processo di acquisizione, assorbimento, interiorizzazione, crescita, studio, oltre che di indiscutibile talento. Qui, di tutto ciò', non vi è' traccia.
Certo, come ho accennato all' inizio, questa lettura e' stata una libera scelta, ed alla fine ha contribuito a chiarire i miei dubbi dettati dalla non conoscenza.
Infatti, con gioia, riprendero' il cammino pregresso solo per qualche ora abbandonato.
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Io, dopo varie 'fregature' da libri "di successo" (espressione divenuta ormai di insopportabile volgarità), tendo a essere sempre più selettivo nella scelta qualitativa delle letture. Ho scoperto che la letteratura internazionale ha prodotto e sta producendo libri belli e bellissimi, così numerosi che la vita intera non basterebbe a leggerli tutti. Per cui non voglio perdere tempo con qualcosa la cui fruizione contaminerebbe di luoghi comuni o peggio il lettore. Questa presa di posizione non vuole essere manifestazione di altezzosità, bensì aspirazione ad un'ecologia dello spirito e della mente.