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Chiru
 
Chiru 2016-03-24 08:14:10 68
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
68 Opinione inserita da 68    24 Marzo, 2016
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Rapporto profondo o monologo totalizzante?

Al termine della lettura di Chiru' mi pongo piu' interrogativi al momento irrisolti: quale il significato del romanzo, come definirlo, quale la trama, ed i personaggi, e lo stile narrativo, e l' ambientazione?
Partiamo dalla trama. Eleonora, la protagonista, e' una trentottenne attrice di origine sarda che si imbatte, casualmente, in Chiru', diciottenne violinista in fieri, e sceglie, o forse viene scelta, di divenirne maestra, mentore, educatrice nel suo processo di formazione e maturazione artistica, culturale e sentimentale.
Tra i due nascerà' e si rafforzerà' un legame forte, ondivago, di pelle e di ragionamento, posato e smodato, che si trasformerà' in qualcosa di grande, travolgente, sfuggente ad una definizione precisa se non con il termine " amore" nella propria accezione più' grande, ridefinendo il passato, il presente ed il futuro, tra speranze e rinuncie, sofferenze e ricordi.
Veniamo ai personaggi salienti, Eleonora e Chiru', cosi' diversi per età', formazione, esperienza, provenienza, ma cosi' simili per inclinazione, desideri, carattere.
La loro è' una attrazione di pelle, non una affinità' elettiva, ed è' una costruzione progressiva in una nuova definizione del rapporto, rafforzato dalla lontananza, alternando il presente, il loro legame, e il passato, l' infanzia di Eleonora, il suo rapporto spezzato con la famiglia, la severità' e rigidità' paterna, l' algido distacco della madre persa prematuramente, il rapporto con il proprio io , con una fisicita' cosi difficile da accettare e poi quei legami cosi' forti con i propri allievi pregressi.
In Chiru' Eleonora rivive in parte la propria storia e vorrebbe cambiarla.
Alla fine della lettura vorrei esternare tutte le mie perplessità' per una narrazione che mi pare alquanto confusionaria, fuorviante e distopica, oltre che ricca di banalizzazioni ed inutili complessita' vestite di mera apparenza.
Innanzitutto la storia è' piuttosto debole, disadorna, vive di alti e bassi, di iper-soggettivismo, e si trasforma in un diario monotematico di una sola reale onnivora protagonista, quella Eleonora che domina la scena e decide oltre che indirizzare i destini del romanzo.
La figura di Chiru' scompare, travolta dal proprio mentore, è' diafana, leggera, quasi invisibile, sommersa dalla logorrea e dal monologo totalizzante e totalitario della protagonista.
Da educazione sentimentale e possibile intensa storia a due, il racconto si mostra in parte come una seduta di auto- analisi, in parte come uno sterile vagabondare tra L' Italia, Stoccolma, Praga e ritorno, senza che si avverta la reale presenza dei luoghi attraversati e vissuti .
Tutti i personaggi di contorno sono dei fantasmi alla mercé' della sola protagonista e del proprio ego.
E allora ci troviamo di fronte ad una vicenda dai contorni edonistici ed il rapporto a due scade e si veste di nebuloso tormento interiore.
La trama si scioglie, diventa incerta, alterna tempi e modalità' narrative senza svilupparli organicamente in una struttura avvolta da misteriose dissertazioni intellettive e fragilita' espressiva.
Lo stile si mostra eccessivamente didascalico, artificioso, attorcigliato, quasi barocco, con l' uso di forzature che aggiungono solo prolissita' facendoci rimpiangere testi con una classica semplicità' descrittiva, ma dotati di tocco poetico, e costringendoci invece a rincorrere pensieri e parole aggrovigliate in un complesso ma confuso e disorganico insieme.
Per concludere, rispondendo al quesito iniziale, esso rimane irrisolto, perché' tra le pagine del romanzo la confusione regna sovrana ed il tema trattato non affronta esaustivamente la profondità' agognata; la delusione e la noia ci accompagnano nella lettura e, qualche anno dopo, giunti al frettoloso epilogo, ritroviamo i due protagonisti, o meglio la sola " vera" protagonista; tutto e nulla è' cambiato se non che continuiamo ad interrogarci ( inutilmente ) sul reale senso di questo incessante monologo stizzoso!!!

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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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Bella moderata ed equilibrata stroncatura. Dell'autrice ho letto solo "Accabadora", libro che mi è piaciuto poco. Probabilmente quello recensito è ancor peggio.
Condivido. Complimenti per come hai espresso il tuo giudizio, mi ci sono ritrovata.
Laura
In risposta ad un precedente commento
68
25 Marzo, 2016
Ultimo aggiornamento:
25 Marzo, 2016
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Credo che l' aspetto peggiore stia in una certa supponenza e poco credibile costruzione narrativa da parte dell' autrice. Grazie Laura
In risposta ad un precedente commento
68
25 Marzo, 2016
Segnala questo commento ad un moderatore
Non conoscevo l' autrice, ma si è' rivelata una totale delusione, credo che i romanzi precedenti fossero migliori o forse meno peggio....
Mi è molto piaciuta la tua recensione, motivata e ben argomentata. Tuttavia mi trovo in disaccordo nel complesso. Credo che "Chirù" non debba essere valutato secondo parametri letterari ordinari in quanto il testo trascende la narrazione e stimola la riflessione; trovo inoltre la capacità scrittoria della Murgia, obiettivamente barocca e ricercata, molto affascinante e interessante. Ammetto al contempo che una maggiore contestualizzazione del luogo (Italia o Svezia che sia), come tu hai fatto notare, avrebbe fornito al racconto una marcia in più.
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