Dettagli Recensione
Un'estate per sempre
Una delle penne dei Wu Ming si è staccata dal collettivo per pubblicare un piccolo romanzo in solitaria.
Il formato ed il titolo del romanzo non possono non ricordare una fiaba, un viaggio nel mondo della fantasia.
Difatti il racconto inizia come una storia di bambini, di avventure estive, di giochi nella casa sull'albero, di esplorazioni in vetusti casali infestati da orchi.
Presto il substrato narrativo si arricchisce, si popola di personaggi adulti, di madri e padri, di reduci di guerra, di famiglie perfette e di famiglie misteriose.
La fiaba svapora in un testo dal sapore amaro, innescando un connubio tra il mondo visto da un manipoli di ragazzini e il mondo degli adulti, di una società a tratti umana a tratti crudele.
Il mondo spensierato dell'infanzia entra in contrasto con forze bieche e malvagie, con segreti custoditi e tramandati, con le sfumature più diverse dell'animo umano.
Un'estate da ricordare come un marchio a caldo sulla pelle, un'estate traumatizzante.
Interessante questa rappresentazione del passaggio dalla stagione della spensieratezza a quella della consapevolezza, dal sogno alla ragione.
Un tema già trattato in letteratura eppure un esperimento narrativo riuscito, che nonostante lo si legga con la leggerezza stilistica di una novella, tuttavia non risulta per nulla scontato e si presta a diversi piani di lettura.
Amaro come solo la vita reale riesce ad essere, dolce come il viso di un bimbo che sgambetta tra prati verdi, misterioso come tanta parte dell'esistenza di uomo.
Indicazioni utili
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La stagione del passaggio è destinata ad imprimersi nell'animo.
Pur non volendo ambire ad approfondimenti filosofici e psicologici marcati, l'ideatore e creatore del testo riesce a trasmettere il messaggio in maniera chiara.
Talvolta la semplicità premia
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