Dettagli Recensione
Presente e futuro inquietanti....
Un famoso e grande scrittore, Giorgio Volpe, che ha fatto del buon scrivere, dell' arte narrativa e del piacere di esprimere la propria essenza, un modus vivendi ed operandi, si ritrova, improvvisamente, risucchiato in un vortice di incredibile bassezza culturale, in un mondo editoriale governato da nuove ed astruse logiche di mercato con la conseguente scomparsa dei buoni autori e della buona letteratura, oltre che dei piccoli editori sostituiti da un' unica, mastodontica oltre che tirannica casa editrice, la " Sigma ", pronta a rivedere, rielaborare, riscrivere, ridefinire i meccanismi della scrittura affidandoli a manager rampanti quanto "ignari" del campo letterario, asservita a logiche di mercato che fanno delle tendenze e del gusto popolare, quindi del numero di copie vendute, l' elemento precipuo di un buon prodotto.
Si innescano a questo punto meccanismi di non ritorno ed interrogativi inquietanti oltre che vicende umanamente controverse.
In questo breve racconto, Manzini, pur con elementi satirici ed accentuando l' aspetto tragico-comico di situazioni che hanno dell' assurdo, servendosi di personaggi che sono macchiette dell' esistere, di metafore, di colorite esasperazioni degli eventi, introduce e riflette su una inclinazione dell' oggi, già' ben presente e con radici in un recente passato, ovvero la morte della " letteratura " e del buon scrivere, della profondità', in nome di altro, che nulla ha da condividere con l' elemento artistico e spirituale, ma esclusivamente con il profitto, le logiche di mercato, i gusti, le inclinazioni dei lettori, spesso indirizzate ad arte, in un contrasto a tinte forti tra arte e capitalismo, tra vera bellezza e godereccio consumismo dell' oggi, elementi dicotomici e di certo non sovrapponibili.
Ne esce una tragi-commedia dell' umano mostrarsi che, inevitabilmente, ci porta ad una riflessione obbligata.
Infatti, più' tardi, camminando per il centro cittadino, ci imbattiamo in vetrine colorate, bagliori accecanti, lustrini, scritte ridondanti, pubblicità', volti sorridenti in vetrina e ci accorgiamo di essere capitati, quasi per caso, in una nuovissima e mastodontica libreria e che al vertice della classifica di vendite alla voce " narrativa "si trovano scanzonati intrattenitori radiofonici, noti calciatori, soubrette imbrillantate, cuochi dagli sguardi accattivanti, giornalisti modaioli, politici corrucciati e seriosi.
Allora, continuando il nostro cammino, cerchiamo una via di fuga, un rifugio sicuro, ma quella piccola, quieta, silenziosa, semi-nascosta libreria d' angolo, dove anni fa sostavamo avidi ed affamati di bellezza, e di sapere, e' scomparsa; forse non ricordiamo bene, no, era proprio qui, ce lo conferma un anziano passante. Ora, al suo posto una "magnifica" caffetteria stipata al proprio interno di giovani volti sorridenti, di sapori ed odori inebrianti, di colori mutevoli e smaglianti ed, in sottofondo, stridii cacofonici e risate isteriche.
Decidiamo di fare una breve sosta, assaggiamo un dolce gustoso, consigliatissimo e dall' aspetto invitante, scattiamo qualche foto a noi ed agli scanzonati presenti, dispensiamo sorrisi, battute sagaci, ed una volta sazi, ci alziamo, salutiamo gli sconosciuti ma amichevoli vicini di merenda e ci allontaniamo, apparentemente sereni, pacificati, sorridenti, ma con un velo di amarezza scavato sul volto e leggibile nel cuore, immalinconiti da un triste quanto vero presagio, da un presente agghiacciante e dal ricordo di un passato che fu, ormai dimenticato, ed ahime', sepolto dalle nostre stesse gioiose risate e da quella maschera che ormai ci appartiene, e' parte di noi, e ci accompagna tragicomicamente nel quotidiano mostrarci, anche noi asserviti al godimento del presente ed avendo riscritto, come Giorgio Volpe, il libro della nostra infelice " felicita' ".