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Un manto ipocrita
Siamo nella Sicilia degli anni Settanta, periodo di grandi turbolenze politiche e sociali. Un pittore, voce narrante di cui non conosceremo mai il nome, si imbatte per caso e per curiosità nell'Eremo di Zafer, un tempo fantomatico e mistico rifugio di un asceta cristiano, ora ambiguo albergo di proprietà della Chiesa. Incuriosito dalla notizia che in questo luogo stiano per convergere importanti personaggi della vita pubblica come ministri, presidenti, banchieri ed alti prelati e attirato dalla carismatica e misteriosa figura di don Gaetano, prete colto, intelligente e misterioso che gestisce l'hotel, il nostro protagonista decide di fermarsi lì per qualche giorno e di assistere, scettico e canzonatorio, agli esercizi spirituali che vi si svolgeranno. Capirà presto che per i pregevoli ospiti le pratiche religiose sono solo un ipocrita pretesto per incontrarsi lontano da occhi indiscreti e dedicarsi in tutta tranquillità ad intrallazzi di tutt'altra specie, da quelli economici a quelli politici, finanche a quelli carnali. Per qualcuno sarà addirittura l'occasione giusta per regolare alcuni conti in sospeso e, nel bel mezzo di un singolare e scenografico rosario, un colpo di pistola scatenerà un'inquietante serie di delitti che il prestigio, l'influenza e l'intoccabilità dei personaggi coinvolti lascerà senza soluzione.
Le interessanti dispute filosofiche, le continue citazioni letterarie e i tanti riferimenti a opere e pittori fanno da piacevole cornice a questo giallo atipico che, con grande stile letterario e con una sottile e tagliente ironia, mette in evidenza le magagne della società italiana. La politica è al servizio degli interessi economici, l'economia è in mano ai poteri forti, la religione è un manto ipocrita che copre e giustifica. Siamo nella cosiddetta "Prima Repubblica" eppure non c'è differenza con i nostri giorni. Ancora oggi sono all'ordine del giorno corruzione, abuso di potere, guadagni illeciti, connivenza tra alte cariche istituzionali e religiose, torbidi intrighi di sesso, denaro e potere coperti dall'ostentazione di alti ideali. Ogni giorno possiamo vedere politici con l'amante sotto il letto dediti a sfrenati bunga bunga che si fanno fotografare in prima fila al family day, strenui difensori del crocefisso nelle scuole che si indignano se il figlio di un immigrato nordafricano siede allo stesso banco del proprio pargoletto, porporati che risiedono in lussuosi attici e predicano povertà e carità, benpensanti che sbandierano valori cristiani ai quattro venti e che sparerebbero a vista verso dei poveri disperati che attraversano il mare su precarie imbarcazioni. "I delitti più efferati in cui mi sono imbattuto, i più razionali, i più difficili da scoprire, come anche i più folli e i più facili, sono stati quelli commessi da uomini e donne che avevano i ginocchi così» modellò come una grossa pagnotta «per lo stare dietro le balaustrate del coro e la grata del confessionale... E alcuni, si capisce, per sesso; ma la maggior parte, mi creda, per denaro; e quasi sempre per denaro da ereditare dal prossimo più prossimo»."
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@Laura: è vero, l'opera è breve e scorrevole ma molto complessa perché si presta a diverse interpretazioni.
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Se non l'hai ancora letto, ti segnalo il bel testo biografico di Collura, "Il maestro di Regalpetra".