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Famiglia
 
Famiglia 2016-02-17 10:03:51 lapis
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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lapis Opinione inserita da lapis    17 Febbraio, 2016
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Dissoluzione della famiglia borghese

Datati 1977, i due racconti che compongono questo libro, Famiglia e Borghesia, sono in qualche modo uniti da una coerenza tematica e dalla medesima modalità, sottile e impalpabile, di rappresentare la vita per come è.

Fin dalle prime pagine ci rendiamo conto di essere immersi in una narrazione frammentaria, che si compone di accadimenti modesti e discontinui, registrati quasi con oggettività, e di dettagli sparsi e apparentemente banali, un cappotto malridotto, una frangia nera, una brutta lampada di carta. Piccoli gesti e particolari che vanno a comporre un vissuto grigio e vagamente desolante, di strani affetti, ostinate avversioni e ordinarie consuetudini. Non c'è nemmeno una vera e propria dimensione psicologica: i rapporti umani non sono analizzati, i sentimenti non vengono confessati e non sono mai rivelate le reali motivazioni di certe azioni. Tutta la storia si fonda sulle relazioni tra i personaggi che però sembrano interagire mossi non dalla propria forza di volontà ma da qualcosa di simile all'inerzia, che li trascina in un mondo di ipocrisia, rassegnazione e infelicità.

Eppure proprio da questa miseria fatta di piccoli frammenti quotidiani emerge con forza il disgregarsi della famiglia borghese italiana, lo sfacelo dei legami tradizionali e l’incapacità di affrontare i sentimenti che caratterizza un’intera generazione. Questa scrittura apparentemente impersonale, che si avvolge su un intreccio quasi inconsistente, nasconde in verità una vena quanto mai accorata e critica: tolta la famiglia, quel che rimane sotto gli occhi è solo la vita che si rivela nella sua malinconica inutilità. E non c'è alternativa o riscatto, su tutto incombe lo spettro della morte, distratta e irrisolta, che sigla la sua resa.

E noi lettori non possiamo fare altro che lasciarci trasportare da questa narrazione povera e disordinata, che sembra a tratti priva di un filo conduttore e di un messaggio. Forse perché per apprezzare questo testo non ci è richiesto di capire e interpretare ma solo di osservare, senza giudicare, la realtà, facendoci permeare dalla nostalgia e dalla lievità di queste pagine, e riflettere sui momenti di felicità o quantomeno di serenità della vita, che appaiono tali solo quando sono passati e non rimane che “un mucchietto di impressioni minime, struggenti ma leggere”.

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Commenti

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interessante, purtroppo si parla poco della Ginzburg...
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lapis
18 Febbraio, 2016
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Sì, mi piace la Ginzburg e le belle recensioni che ho recentemente letto sul sito mi hanno stimolato a prendere in mano questo testo...
Grazie per aver letto il mio commento, Silvia.
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