Dettagli Recensione
Stupendo :)
Comprato quasi per caso il libro è bellissimo… è uno dei pochi libri che è riuscito ad emozionarmi veramente… probabilmente proprio perché mi ritrovo molto nella storia dei protagonisti (io nato nel 1984)
Ripercorrendo l’infanzia, l’adolescenza, fino a giungere alla maggiore età dei suoi protagonisti Brizzi ci fa vivere 40 anni di vita di una famiglia bolognese sullo sfondo di una Italia che vive nell’ordine: il benessere del Boom Economico, Tangentopoli, l’avvento di Berlusconi fino ad arrivare ai giorni d’oggi del governo Renzi.
La scrittura di Brizzi è perfetta per questo tipo di romanzo… i personaggi si animano e sprizzano emozioni così umane da permettere una immedesimazione totale nella loro vita: le aspettative dei genitori, l’indolenza dei figli, la paura e le speranze per il futuro.
Io rivedo in moltissime situazioni anche me stesso e i miei genitori (la mamma apprensiva e ansiosa, la sorella sempre più sveglia della sua età, i sogni di amore liceali, la voglia di emulare i più grandi, il padre che cerca una nuova giovinezza alla soglia della pensione, le dinamiche aziendali con i colleghi, il sogno del posto fisso, l’amore non corrisposto, il matrimonio e i figli, la difficoltà e il dolore di un divorzio)
Teo, protagonista e io narrante del libro, e il fratello Max rappresentano due approcci alla vita diametralmente opposti.
In qualche modo questi due personaggi credo che rappresentino le due anime che si scontrano dentro di noi nel corso della vita proprio come nel Fedro di Platone il cavallo bianco (razionalità) e il cavallo nero (passione).
Teo pacato e riflessivo, segue le regole e sogna una vita tranquilla con meno problemi possibili (in questo io mi ci ritrovo molto onestamente), Max invece al contrario brucia di ambizione e vive di ideali con una vita avventurosa, sempre alla ricerca di nuove sfide.
In alcuni momenti del libro le differenze tra i due sono così marcate che nemmeno loro stessi pur volendosi molto bene riescono a comprendere i comportamenti dell’altro (più volte Teo non riuscirà a capacitarsi di perché Max voglia sempre cacciarsi nei guai, mentre Max dal suo lato non riuscirà a capire come Teo possa vivere asservito ad un sistema fatto di regole imposte)
L’alpinismo e la montagna sono una metafora per lo spirito di Max a voler varcare ogni limite e ogni regola in una sfida continua a superare se stesso
Molto bello anche come all’inizio del romanzo il primogenito Max sia luce, ispirazione e salvezza del piccolo Teo in molte occasioni e come alla fine le parti si ribaltino con Teo ormai alla soglia dei 40 anni che sarà chiamato più volte a corre in aiuto di Max in un chiasmo molto sottile e intenso.