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Mara il pellicano e altra gente strana
“Ti auguro ogni bene possibile, e spero che tu sia felice, ammesso che la felicità esista. Io non credo che esista, ma gli altri lo credono, e non è detto che non abbiano ragione gli altri.”
Il pellicano
Caro Michele è un romanzo in prevalenza epistolare, fatto di lettere a Michele, di Michele e anche a/di parenti e amici di Michele. La cosa più bella è il tono delle lettere, la freschezza, il candore, l’intelligenza e la profondità che però sa di immediatezza e non di ragionamento. Alcuni personaggi come il Pellicano, cioè l’editore del bruttissimo romanzo Polenta e Veleno che diventa Polenta e vino e Polenta e castagne in alcune pagine sono fantastici. Bella la figura di Mara, ragazza disinibita e onesta, profittatrice e di cuore. Bella la figura della madre ingenua e intelligente e l’amicizia-forse amore tra Michele e Osvaldo che dà un tocco di malinconia alle pagine.
“Io lo credo (Osvaldo) molto intelligente, ma sembra che la sua intelligenza la tenga custodita nel suo torace, nel suo pullover e nel suo sorriso, trattenendosi dall’usarla per motivi che restano nascosti. Nonostante il suo sorriso, lo trovo un uomo tristissimo.”
I rapporti umani sembrano più veri di quelli veri, sembra che siano più indelebili in qualche modo pur nella loro provvisorietà perché i personaggi della Ginzburg sono tutti buoni.
“Tu dici che non vuoi sulla tua persona, in questo momento, gli occhi delle persone che ti amano. E’ infatti difficile sopportarli, gli occhi delle persone che ci amano in un momento difficile, ma è una difficoltà che si supera rapidamente. Gli occhi delle persone che ci amano possono essere nel giudicarci estremamente limpidi, misericordiosi e severi, e può essere duro ma in definitiva salutare e benefico per noi affrontare la chiarezza, la severità e la misericordia. “
“La felicità era per me protestare e per te frugare nei miei armadi. Ma devo dire che abbiamo perduto quel giorno un tempo prezioso. Avremmo potuto metterci seduti e interrogarci vicendevolmente su cose essenziali. Saremmo stati probabilmente meno felici, anzi saremmo stati infelicissimi. Però io adesso mi ricorderei quel giorno non come un vago giorno felice ma come un giorno veritiero e essenziale per me e per te, destinato a illuminare la tua e la mia persona, che sempre si sono scambiate parole di natura deteriore, non mai parole chiare e necessarie ma invece parole grigie, bonarie, fluttuanti e inutili.”
Entrando nei suoi romanzi sembra di essere in un paradiso terrestre.
“Così penso che cercheremo di mandarti ogni tanto dei soldi. Non è che i soldi ti risolvano niente essendo tu sola, sbandata, vagabonda e balorda. Ma ognuno di noi è sbandato e balordo in una zona di sé e qualche volta fortemente attratto dal vagabondare e dal respirare niente altro che la propria solitudine, e allora in questa zona ognuno di noi può trasferirsi per capirti.”
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Commenti
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Ciao Mario!
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Dalla bella recensione e dalla valutazione risulta che a te questo romanzo è piaciuto, almeno abbastanza. Devo dire che io, invece, l'ho trovato piuttosto deludente, che insomma mi aspettavo molto di più dall'autrice; lo interpreto come una svolta regressiva qualitativamente , tanto che non ho più letto nulla di ciò che ha scritto dopo. Tu hai letto qualcosa della sua produzione successiva? Che cosa ne dici?