Dettagli Recensione
Bella e nuova
Nuova: forse non sono io la persona più adatta a dirlo non conoscendo la vecchia Mariapia Veladiano ma certo dalle recensioni degli amici lettori sui suoi precedenti romanzi, dagli incipit me la immaginavo molto diversa. Mi aspettavo, avendo letto la prefazione, un romanzo sulla seduzione, questo sì, ma con redenzione del seduttore o almeno un tentativo di redenzione a suon di salmi. Invece niente. La nuova Maria Pia lascia Dio sul Suo trono e al seduttore ci pensa lei: lo serve al lettore, tagliato a fettine sottilissime con contorno di fiori e flambè al fuoco della passione naturalmente. Il romanzo è molto bello, davvero diverso da come me lo aspettavo: tagliente, affilato direi, diretto, schietto.Bianca, la protagonista è una donna bella e brava, una che va a testa alta. Una persona che ama l’arte e si circonda di cose belle. Anche lui ama l’arte e si circonda di cose belle, cose e persone, un occhio alla cartella con i dipinti e l’altro alle gambe dell’artista. Mentre Bianca è una persona trasparente per il lettore, non ci nasconde nulla, lui invece è difficile da capire anche se viene vivisezionato nei suoi modi costruiti e nelle sue strategie che funzionano sempre. Elsa Morante direbbe che Mariapia ci ha raccontato la storia d’amore tra la donna-fiore e l’uomo-camaleonte, perché il tratto più tipico di lui è questa rara capacità di capire al volo chi ha davanti e di usare le parole giuste e diverse per ogni donna, una qualità rara. Dodici donne e anche qualche uomo perdono la testa per lui con un totale di tre suicidi. Lui è un bell’uomo, alto 2 metri, ma niente di speciale. La sua bellezza è tutta nei modi di solito perfetti e soprattutto calibrati sull’interlocutore. Certo la storia d’amore tra i due sembra, come dice il titolo, perfetta ma a un certo punto lui sparisce, si nasconde sperando che Bianca sopravviva al dolore. Certo non si capisce perché lui scappi da Bianca. E’ un uomo calcolatore, seduttore e Bianca gli sembra bellissima. Ha 100 cartelle e con quelle potrebbe mettere le mani su una miniera d’oro. Se fosse un po’ più calcolatore dovrebbe restare con Bianca almeno fino all’esaurimento della miniera, potrebbe sfruttare qualche altro filone. Io credo che questa fuga, così poco conveniente dal pdv economico, sia la dimostrazione che lui tiene a Bianca. Forse è il gesto generoso di una mente storta che intuisce che tirare la storia per le lunghe renderebbe l’inevitabile colpo della separazione mortale. Il lettore vorrebbe immaginare un gesto protettivo da parte di lui anche se espresso in una lingua straniera. Certo, Bianca, come le altre donne si è abituata al suo camaleontismo e naturalmente ha preso sul serio le sue parole in lingua-Bianca. Ma lui non ha mai fatto promesse. Non ha mai fatto promesse a nessuna donna. Probabilmente nella sua vera lingua, quella incomprensibile alle donne, segue la famosa filosofia della passione: eterna per un solo istante. Per cui non ci sono promesse, non c’è domani, c’è solo l’oggi.
La sincerità dovuta è solo quella ai propri sentimenti. Il finale lascia intuire il suo rimpianto per qualcosa di bello che si è perso e al lettore dispiace un po’ per lui anche se è solidale con lei che non si lascia schiacciare e abbattere e esce dalla dura prova nuova e bella e … con tante nuove cartelle.
Il romanzo oltre che essere piacevole, bello, di facile lettura ha qualcosa di buono, come credo l’abbiano tutti i romanzi di Mariapia, qualcosa che paragonerei ai gorghi buoni che sputano la gente fuori dal fiume dandogli un po’ di carica, facendola sentire anche lei nuova e bella.
Indicazioni utili
Care amiche lettrici se lui lavora fino a orari impossibili anche se è disoccupato o peggio dipendente pubblico e quando torna non sembra distinguere tra voi e l’armadio regalatevi subito il libro della Veladiano e vi consolerete subito con l’idea che vi poteva capitare anche di peggio.
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Grazie!
Federica