Dettagli Recensione
Morte e modernità
Le rivisitazioni contemporanee di opere del passato nella maggior parte dei casi fanno storcere il naso.
Ma non con questa "Antigone". Non con Valeria Parrella.
Con un linguaggio moderno e semplice insieme, l'autrice restituisce tutta quanta la bellezza e l'intensità dell'opera sofoclea, oserei dire perfino superandola. Si attiene ai contenuti e alle parole del tragediografo greco ma facendoli propri, trasfigurandoli in aulica poesia e sentito dramma interiore.
Sarebbe erroneo dire che la svecchia, quanto più giusto affermare che la retorica della Parrella cerca di attrarre i lettori verso i suoi contenuti tramite una profonda empatia fusa in un problema d'attualità: il diritto di praticare l'eutanasia. Metafora della sepoltura negata della tragedia ellenica.
La solitudine dell'eroina nella meditazione e compimento di quell'atto nei confronti del fratello Polinice in stato vegetativo, la sua determinazione, sofferenza e mancanza di paura e rimpianto per le conseguenze che sa perfettamente che ci saranno per opera di una legge che ritiene ingiusta, lo scontro con il freddo e integerrimo zio legislatore, il conflitto tra amore e dovere... Tutto ciò cambiato e al tempo stesso riportato con fedeltà.
Proprio come l'Antigone sofoclea, anche questa Antigone sa esattamente cosa deve fare e cosa è giusto e sbagliato e ci invita a riflettere e a fare lo stesso. A porci dubbi, domande non facilmente risolvibili, in un mondo continuamente conteso tra morale personale e collettiva, tra cuore e legge.