Dettagli Recensione
Incontri, scontri, la vita che passa...
Pietro e Gloria sono l’uno l’esatto opposto dell’altra. Compagni di classe in un paesino italiano dal nome Ischiano Scalo, il giovane è timido, impacciato e riservato, la ragazza raggiante, bella e impavida.
A questi si affianca Graziano che dopo anni di lontananza torna al paese natale, il medesimo dei suddetti. Si avvicina pian piano a Flora, insegnante degli adolescenti e fortemente provata dalla sua condizione, per anni ha infatti sacrificato la sua vita in funzione della madre malata, le ha prestato tutte le attenzioni e cure possibili trascurando però così la sua evoluzione, la sfera affettiva, tutto quel che una ragazza nel fiore degli anni aveva da offrire al mondo.
Come proprio di Ammaniti le tematiche trattate sono molteplici e spaziano tra quelle più care all’autore in ciascuna delle sue opere a quelle meno “gettonate”, sicuramente però in questo elaborato il sentimento predominante è quello dell’amore, un’emozione vissuta in modo diverso da ciascuna delle due coppie protagoniste. Se infatti per Gloria è Pietro è un qualcosa di sottile, di indefinito, capace di far sognare ed esistente sulla falsa riga del confine con l’amicizia, per Graziano e Flora è un qualcosa da vivere con attenzione, con precauzione in virtù di un passato che non lascia, di ferite non rimarginate, di esistenze troppo diverse ed inconciliabili.
Stilisticamente parlando il testo è caratterizzato da un linguaggio rude che nulla risparmia a chi legge e dove le voci narranti si alternano così come la forma utilizzata per comunicare, esprimere, esternare. Si passa dall’esposizione adolescenziale di Pietro a quella più adulta di Graziano tra un intreccio e l’altro di storie parallele che talvolta sono fuorvianti, superflue, eccessive. Questo in parte rallenta lo scorrimento del romanzo, elaborato che riaccellera nuovamente sul finale quando i due protagonisti maschili si incontrano e scontrano con un epilogo forse inaspettato, forse eccessivo, forse semplicemente inevitabile.
Tra tutte le pubblicazioni dello scrittore devo riconoscere che “Ti prendo e ti porto via” non è stata quella che maggiormente mi ha convinta. Indubbio ne è il valore, ma pagina dopo pagina, un senso di deja-vu ha albeggiato costantemente nella mia mente (e considerate che al tempo avevo letto si e no un paio di libri di questo), tanto che a tutt’oggi che sono passati quasi dieci anni dalla prima lettura, ne ho ancora vivo il sentore.
Indicazioni utili
Commenti
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |
Ordina
|
Dipende, quanto e cosa hai letto di lui? Considera che per molti è la sua opera migliore... Se vuoi te lo mando così valuti se è per te o meno. :-)
Ho amato anche "io non ho paura" ma in modo diverso, forse perché divenuto come "ti prendo e ti porto via" troppo commerciale.. E pensare che "io non ho paura" è il primo Romanzo di Ammaniti che ho letto..
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |